Diamanti di sangue, Mali e Centrafrica stanno con la Russia

di claudia
diamanti

Il Mali e la Repubblica centrafricana stanno sostenendo la Russia nel rigettare la proposta di discussione, in corso all’interno del Kimberly process, se i diamanti estratti dalle aziende russe siano utilizzati per finanziare dei conflitti. Il Kimberly process (Kp) è un accordo di certificazione volto a garantire che i profitti ricavati dal commercio dei diamanti non vengano usati per finanziare guerre civili.

In quest’ambito, Ucraina, Unione europea, Australia, Gran bretagna, Canada e Stati uniti hanno proposto di discutere se ampliare la definizione del Kp di “diamanti di sangue” per includere anche gli attori non-statali. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno già sanzionato l’azienda russa Alrosa, il più grande produttore mondiale di diamanti grezzi, che lo scorso anno ha rappresentato circa il 30% della produzione mondiale ed è in parte di proprietà statale. Tuttavia etichettare ufficialmente i diamanti russi come “diamanti di sangue” richiederebbe un ampliamento della definizione che fa la Kp.

Una bozza di ordine del giorno datata 20 maggio e diffusa dall’agenzia Reuters prevedeva uno spazio di un’ora per discutere la questione russa ma il punto è stato rimosso dopo le obiezioni proprio di Russia, Bielorussia, Repubblica Centrafricana, Kirghizistan e Mali, i quali sostengono che la proposta sia “politica” ed esuli dagli ambiti di intervento del Kp. Il Centrafrica, devastato dalla guerra, è l’unico Paese al mondo attualmente soggetto a un embargo parziale da parte del Kp per le esportazioni di diamanti grezzi: la Russia, con la quale ha stretti legami commerciali e di sicurezza, ha lavorato molto per revocare tali restrizioni.

Anche il Mali ha stretti legami con la Russia: centinaia di appaltatori militari russi si sono schierati lì dall’inizio di quest’anno per aiutare il governo a combattere gli insorti.

Condividi

Altre letture correlate: