Covid-19| Meité, il rugbyman volontario in ospedale

di Stefania Ragusa

Il campionato di rugby è sospeso in Francia, ma Bakary Meité, 36 anni, capitano della nazionale ivoriana e giocatore della squadra di Carcassonne, ha scelto di non restare con le mani in mano: oggi lavora come volontario addetto alla manutenzione e alla pulizia in un ospedale di Parigi. Babacar Diarra ha raccolto la sua testimonianza per BBC Afrique.
«Di certo lavorare in ospedale non è divertente. Io ero di ritorno dal Brasile e dovevo rientrare a Carcassonne, ma a causa dell’emergenza il mio volo per Tolosa è stato annullato e mi sono trovato bloccato a Parigi, con mio nipote che gioca anche lui per il Carcassonne. Lui per primo si è messo a disposizione, avendo saputo che c’era un’impresa di pulizie impegnata in un ospedale che aveva bisogno di personale. E io l’ho seguito».
La sua giornata tipo è: sveglia alle 5.30. Inizia a lavorare alle 7 e finisce alle 13. Fa parte della squadra che si occupa della sanificazione. Disinfetta tutto ciò che si trova all’interno dell’edifico: dal pavimento alla maniglie delle porte.
«So di essere privilegiato rispetto alla maggior parte dei francesi che è confinata a casa. Posso uscire, muovermi, vedere delle persone, incontrare il mondo. Dall’interno di un ospedale si capisce la portata di quello che sta accadendo: siamo nel mezzo di una crisi che non ha precedenti e fare qualcosa di utile e concreto mi fa sentire meglio».
Bakary Meité è musulmano. Al di fuori delle cronache sportive, qualche anno fa si era già sentito parlare di lui per una presa di posizione forte nei confronti del sindaco di Béziers (nella cui squadra di rugby giocava allora) che aveva utilizzato la sua carica istituzionale per offendere le persone immigrate.

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