Costa d’Avorio, arrestati e indagati gli oppositori

di Enrico Casale
Pascal Affi N’Guessan e Albert Toikeusse Mabri

In Costa d’Avorio, Pascal Affi N’Guessan e Albert Toikeusse Mabri, due dei principali avversari del presidente Alassane Ouattara, sono indagati (ma al momento sarebbero fuggiti all’arresto) per aver dato vita al Consiglio nazionale di transizione il 2 novembre. Secondo i giudici, questa iniziativa costituirebbe «un attacco terroristico e una cospirazione contro l’autorità statale».

Di fronte ai giornalisti, il procuratore di Abidjan Richard Adou ha fornito una serie di dettagli sugli arresti degli oppositori. Il 3 novembre, il giorno dopo l’annuncio dell’istituzione del Consiglio nazionale di transizione, circa 20 persone sono state arrestate a casa di Henri Konan Bédié. Nove sono stati rilasciati. Ma dodici sono ancora nelle mani della giustizia, compreso il numero 2 del Pdci, Maurice Kakou Guikahué. Il presidente dell’Fpi, Pascal Affi N’Guessan, che ha annunciato a nome dell’opposizione l’istituzione di questo comitato, e il presidente dell’Udpci, Albert Toikeusse Mabri, sono «in fuga e attivamente ricercati».

Per il magistrato, creando un Consiglio di transizione e annunciando un governo parallelo, i leader dell’opposizione avrebbero commesso un atto di sedizione «costituendo un attacco e una cospirazione contro l’autorità dello Stato e l’integrità del territorio nazionale».

Il 30 ottobre, il giorno prima delle elezioni, il pubblico ministero ha fermato il decano dei magistrati inquirenti con l’accusa di atti di terrorismo, attentato e cospirazione contro l’autorità dello Stato, omicidi, organizzazione e partecipazione a un movimento insurrezionale. Infine, il pubblico ministero ha affermato di non aver arrestato Henri Konan Bédié per paura che non avrebbe sopportato la detenzione, «considerata la sua età e le sue condizioni fisiche».

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