Corruzione: Transparency, pandemia ha evidenziato debolezze e rischi

di Celine Camoin

L’Africa sub-sahariana, con un punteggio medio di 32 e un miglioramento minimo rispetto agli anni precedenti, è la regione che fa registrare i dati peggiori nell’Indice di percezione della corruzione (Corruption Perceptions Index, Cpi) 2020 dell’organizzazione Trasparency International.  Nell’intera regione, la pandemia di covid-19 ha evidenziato tutte le debolezze strutturali nei sistemi sanitari nazionali, l’alto rischio di corruzione negli appalti pubblici e l’appropriazione indebita dei fondi destinati all’emergenza.

Sono le Seychelles, con un punteggio di 66, ad avere ottenuto il miglior risultato della regione, seguite da Botswana (60) e Capo Verde (58). In fondo all’indice ci sono il Sudan (16), la Somalia (12) e il Sud Sudan (12), fanalino di coda anche della classifica globale.

Con un punteggio di 36 e un guadagno di 9 posizioni in classifica è la Costa d’Avorio a mostrare i miglioramenti più significativi ma la crisi politica in corso rischia di annullare i progressi fatti. Con un punteggio complessivo di 19 la Repubblica del Congo è il Paese che registra il calo maggiore, 7 punti dal 2012: la corruzione endemica e la sostanziale impunità di cui gode l’elite politica rendono molto debole anche il processo di attuazione delle normative anticorruzione recentemente approvate.

Lo shock economico dovuto all’emergenza sanitaria ha provocato proteste in Sud Sudan, Angola e Zimbabwe, dove si è registrato il maggior aumento del costo della vita, corruzione e il diffuso uso improprio dei fondi emergenziali. In generale la corruzione, nell’intera area sub-sahariana, continua ad ostacolare l’accesso ai servizi di base e fino a quando la scarsa trasparenza e la corruzione non saranno affrontate concretamente molti Paesi dell’Africa sub-sahariana rischiano di non raggiungere i propri obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) entro il 2030: l’aumento della povertà estrema è uno degli elementi più stigmatizzati da Trasparency nel suo rapporto.

“Piuttosto che aggiungere altri impegni” sottolinea il rapporto Cpi “i governi dell’Africa sub-sahariana devono intraprendere azioni decisive applicando gli impegni esistenti, come quello per l’Agenda 2063” dell’Unione Africana per la crescita inclusiva e lo sviluppo. Impegni che “possono essere realizzati con successo solo se il continente sarà radicato al buon governo, ai valori democratici, all’uguaglianza di genere, al rispetto dei diritti umani, della giustizia e dello Stato di diritto”.

Malawi (30) e Zambia (33) sono i Paesi da tenere maggiormente d’occhio, secondo il CPI di Trasparency International: in entrambi i Paesi la corruzione impedisce l’accesso delle persone ai servizi pubblici essenziali, tra cui quelli sanitari, in scenari nei quali il pagamento di tangenti per ricevere assistenza o istruzioni è una realtà quotidiana. In Malawi il nuovo governo, eletto nel giugno 2020, ha promesso una stretta in materia di corruzione mentre in Zambia le prossime elezioni generali determineranno in ultima analisi se la lotta alla corruzione sarà o meno una priorità nei prossimi anni.

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