Coopera, a Roma le sfide della cooperazione per un mondo giusto

di claudia

Domani, e per due giorni, all’Auditorium della Conciliazione di Roma, le istituzioni e la società civile si riuniranno per confrontarsi e tracciare un bilancio della cooperazione allo sviluppo italiana nel mondo. Giovedì 23 giugno e venerdì 24 giugno si terrà infatti Coopera, la seconda Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, che quest’anno ruoterà intorno ai cinque pilastri dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Le P di Pace, Persone, Prosperità, Pianeta e Partnership aiuteranno a dare la misura dello stato della cooperazione e delle sfide che ci attendono soprattutto alla luce della pandemia e del conflitto in Ucraina. Per questo la Pace avrà un particolare focus.

L’evento, organizzato dal ministero degli Affari esteri e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), sarà inaugurato dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che aprirà i lavori dei panel e dei numerosi eventi collaterali. L’evento, visibile anche in streaming sul sito ufficiale, vedrà la presenza del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio e gli interventi del Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, della Commissaria Europea per le Partnership Internazionali, Jutta Urpilainen, oltre ai rappresentanti dell’Unicef e di organizzazioni della società civile italiana del Burkina Faso.

Tra gli altri partecipanti istituzionali di spicco, nei panel seguenti ci saranno la vice ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marina Sereni, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco. Alla due giorni di incontri parteciperanno poi diversi relatori rappresentativi del sistema della cooperazione italiana allo sviluppo, rappresentanti della società civile dei Paesi partner, figure apicali di alcune organizzazioni internazionali e think-tank.

Insieme alle conferenze, Coopera sarà caratterizzata dai Coopera talk, veloci interventi individuali che apriranno e chiuderanno i panel principali, focalizzandosi su esperienze, idee e protagonisti più specifici. Diversi poi i side events che spazieranno dal ruolo delle religioni nel raggiungimento dell’Agenda 2030 alla finanza sostenibile, passando per la coerenza delle politiche di sviluppo e il ruolo del settore privato nei progetti di cooperazione.

Sereni, in sede di presentazione dell’evento, ha sottolineato che la cooperazione italiana allo sviluppo “è una componente essenziale della proiezione internazionale del nostro Paese, soprattutto nelle aree più difficili del mondo”, ricordando che ci sono migliaia di nostri connazionali che mettono a disposizione le proprie competenze in progetti in tutto il mondo. Di fronte alle sfide del mondo in cui viviamo, secondo Sereni, siamo però chiamati “a raddoppiare i nostri sforzi, aumentando le risorse per la cooperazione allo sviluppo per raggiungere l’impegno internazionale dello 0,7% del Pil da destinare all’aiuto pubblico allo sviluppo”.

Nel corso del 2021 l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo ha erogato un totale di 555 milioni di euro, oltre a stanziare 598 milioni in investimenti per nuovi progetti, 163 milioni per iniziative legate ad emergenze e 200 milioni per azioni di contrasto della pandemia. Il settore in cui l’Agenzia ha maggiormente investito nell’ultimo anno è quello legato alla sicurezza alimentare con 46 milioni di euro, seguono per entità degli stanziamenti gli interventi a favore del buon governo e della società civile (42,9 milioni), dell’equilibrio di genere (40,2 milioni), della salute (36,2 milioni), dell’ambiente e contro la crisi climatica (29,8 milioni), dell’educazione (25 milioni), delle persone con disabilità (18,8 milioni).

Partendo da questi numeri, il direttore di Aics, Luca Maestripieri, ha affermato nell’ultimo Annual Report dell’Agenzia che il lavoro della cooperazione è “necessario e indispensabile” perché “mai come oggi si sente il bisogno di costruire e ricostruire ponti di dialogo, strade di collegamento, per tramutare in realtà concreta l’Agenda 2030 con cui il mondo intero si è dato un comune percorso da seguire”. Il valore della cooperazione, secondo Maestripieri, “sta nel lavorare con i Paesi partner, costruendo insieme un futuro migliore all’interno di un pianeta che è condiviso e che non è proprietà esclusiva di una sola parte”.

Anche Emilio Ciarlo, responsabile Comunicazione e rapporti istituzionali di Aics, ha evidenziato la delicatezza del momento per la cooperazione, immersi come siamo “in nuove e difficili sfide che riparlano di guerra sul suolo europeo e mettono in discussione gli equilibri e la stessa impalcatura dello sviluppo”. Proprio per questo, sottolinea Ciarlo, serve essere “creatori di sviluppo”, con la speranza “di coinvolgere sempre più donne e uomini nell’affermazione di una vera cittadinanza globale”.

Con questi obiettivi davanti, Coopera sarà l’occasione “per confrontarci sul futuro, sulle criticità da superare e sui miglioramenti che possiamo, tutti insieme, realizzare”, ha sintetizzato in un messaggio la vice ministra Sereni, a cui sarà anche affidata la conclusione dei lavori nella giornata del 24 giugno.

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