Centrafrica: Onu preoccupata per crisi Corte costituzionale

di AFRICA

di Céline Camoin

Le Nazioni Unite hanno espresso la loro preoccupazione per la crisi in seno alla Corte costituzionale centrafricana, dopo la destituzione della sua presidente Danièle Darlan per decreto presidenziale emesso il 24 ottobre. Sullo sfondo, la preparazione di un referendum costituzionale, richiesto dal partito al potere ma criticato dall’opposizione, che lo vede come un modo per consentire al presidente Touadéra di candidarsi per un terzo mandato.

“L’indipendenza della magistratura” è “vitale per la stabilità” del Paese, ha detto l’esperto indipendente per i diritti umani del Centrafrica, Yeo Agbetse, in dichiarazioni riprese da Rfi. La Corte Costituzionale è “un pilastro per lo Stato di diritto”, che non deve “essere soggetta a interferenze”, e “il pensionamento dei dipendenti pubblici, secondo la legislazione nazionale, non deve servire o essere usato per scopi politici”, ha aggiunto.

È stato infatti sulla base dell’età di Daniele Darlan che è stato emesso il decreto di cessazione delle sue funzioni di presidente della Corte costituzionale.

Venerdì 4 novembre, il presidente Faustin-Archange Touadera ha incontrato i membri del Tribunale per la prima volta dall’inizio della crisi, nel tentativo di “calmare le acque”, secondo quanto appreso da Rfi. I giudici, da parte loro, hanno ribadito la loro posizione: la Corte è indipendente e custode della Costituzione, non deve tornare indietro sulle sue decisioni, che non sono soggette ad appello. “Altrimenti sarebbe un disastro”, ha detto una fonte che, pur sperando che i giudici restino fermi, rimane pessimista “vista la pressione e la determinazione dei sostenitori del referendum”.

“È importante che la Corte Costituzionale possa svolgere il suo ruolo in modo adeguato, senza interferenze e senza ingerenze da parte delle autorità. È responsabilità dell’esecutivo garantire il rispetto di questi principi cardine, quali l’inamovibilità e l’indipendenza dei giudici, l’indipendenza organizzativa e funzionale delle istituzioni nazionali e la separazione dei poteri.

Intervistata di recente da Rfi Darlan ha da parte sua detto di voler  “girare pagina sulla Corte Costituzionale” seppur contestando il modo con cui è stata sollevata dall’incarico: “Come presidente della Corte costituzionale, ho preso praticamente tutti i colpi, tutti gli insulti, tutte le violenze. È così, è il capo che prende i colpi” ha detto riferendosi agli attacchi da più parti contro la Corte. “Parto con la coscienza pulita” ha detto nell’intervista. Darlan ha anche detto di non avere parlato con Touadera: “Ma se un giorno ne avremo l’opportunità penso che lo farò” ha detto, riconoscendo a Touadera la capacità di ascolto e dicendo che negli anni il loro rapporto è sempre stato molto franco.

Al posto di Darlan attualmente c’è Jean-Pierre Waboe, presidente ad interim della Corte, che secondo la magistrata non ricopre il ruolo in modo legittimo.

Sul tema si è espresso anche l’ordine degli avvocati centrafricani, che ha ha definito “illegale e incostituzionale” il licenziamento della presidente della Corte costituzionale Darlan e del giudice della Corte Trinité Bango Sangafi, rimossi dall’incarico con decreto presidenziale il 31 ottobre.

Emile Bizon, presidente dell’Ordine degli avvocati della Repubblica Centrafricana, ha detto che il licenziamento tramite decreto “deriva dalla volontà del potere esecutivo di assoggettare il potere giudiziario” e lo inquadra in uno scontro istituzionale che si protrae da settembre. Secondo Bizon “il potere esecutivo vorrebbe avere una Corte costituzionale che soddisfi i suoi desideri” e ha fatto appello alla società civile e ai partiti politici affinché la Repubblica Centrafricana “ritorni in un ambito di legalità istituzionale e costituzionale”.

La cacciata di Darlan dalla guida della Corte è un atto senza precedenti per un presidente centrafricano e rappresenta l’apice dello scontro istituzionale in atto nella Repubblica.

Condividi

Altre letture correlate: