Centrafrica, cittadino francese in carcere da un anno

di claudia
soldati francesi nel sahel

Accusato di spionaggio e possesso illegale di armi, il cittadino francese Rémy Quignolot è detenuto nel campo di Roux di Bangui esattamente da un anno. A riportare i riflettori sul suo arresto, avvenuto il 10 maggio 2021, è radio France Internationale (Rfi) che precisa che la famiglia dell’uomo e i suoi avvocati denunciano la lentezza del processo: sostengono come Quignolot sia “un ostaggio giudiziario” della crisi diplomatica tra Parigi e Bangui.

Un anno fa, le immagini del suo arresto hanno fatto il giro del web. Rémy Quignolot è stato mostrato ammanettato davanti a un impressionante arsenale. Per le persone vicine a lui, era una messa in scena: aveva sì quattro armi in suo possesso, ma tutto l’equipaggiamento e i documenti che possedeva erano strettamente legati al suo lavoro, come diversi dei suoi datori di lavoro hanno certificato ai suoi avvocati.

Rémy Quignolot continua a denunciare le accuse a suo avviso infondate. Dei nove capi di imputazione contro di lui – ricorda Rfi – sei sono stati ritirati per mancanza di prove. Quelle che rimangono sono relative al possesso illegale di armi da guerra e da caccia, e soprattutto spionaggio. Il procuratore non ha ancora deciso se deferirlo al tribunale penale e non è stata annunciata una data per un processo.

All’epoca dei fatti, il 50enne, un ex soldato che si trovava a Bangui dal 2013, accompagnava regolarmente i giornalisti del canale televisivo qatarino al-Jazeera, oltre a lavorare per la missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana e per diverse Ong. “Non ha assolutamente accesso alle cure mediche essenziali, anche se soffre di una carenza di vitamina B12 a seguito di una rimozione parziale del suo intestino”, ha detto a Rfi, Louise Dumas, il suo avvocato in Francia.

Anche sua sorella, Caroline Quignolot, è riuscita a contattarlo, riferisce Rfi. “È molto difficile per lui. Mi ha spiegato che ogni giorno che passa è un inferno. Siamo riusciti a fargli abbandonare il suo piano di sciopero della fame. Capiamo tutti molto bene che si tratta di una montatura e che lui non è affatto colpevole di spionaggio. Mio fratello non è una spia, questo è ovvio. Questa totale montatura non può giustificare la minaccia di pena di morte e di lavori forzati a vita che vediamo ripetere nei documenti dell’accusa”, ha detto.

Quando Quignolot è stato arrestato, la Francia ha denunciato una “campagna antifrancese orchestrata dalla Russia”. Oggi, una fonte di alto livello a Parigi ritiene che Rémy Quignolot sia “puramente e semplicemente un ostaggio”, riferisce Radio France Internationale.

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