Burkina, il medico australiano ostaggio da 2000 giorni

di Stefania Ragusa

Sono trascorsi duemila giorni da quando il medico australiano Arthur Kenneth Elliott è stato rapito nella clinica di Djibo, nella zona di Soum, nel nord del Burkina Faso. Lo ricorda la stampa burkinabe dedicando servizi all’ostaggio 87enne. Nel 2016 Elliot fu rapito assieme alla moglie, Jocelyn, con la quale viveva in Burkina Faso dal 1972. I due – insieme nella foto di apertura – erano impegnati in operazioni umanitarie a favore delle popolazioni della provincia di Soum e dei villaggi di confine del Mali e del Niger.

Pochi giorni dopo, il rapimento fu rivendicato da Ansar Dine, gruppo jihadista dell’ex leader ribelle maliano tuareg Iyad Ag Ghaly, ora capo del Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani (Gsim).

Il rapimento avvenne a Djibo, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016, in un’azione apparentemente coordinata con gli attentati di Ouagadougou. Quella notte, i terroristi aprirono il fuoco nei caffè, nei ristoranti e negli hotel del viale Kwame Nkrumah, il centro della vita notturna di Ouagadougou, uccidendo 30 persone e ferendone 71.

Jocelyn Elliot era stata rilasciata dopo un mese di detenzione. Era stata consegnata alle autorità del Niger. Dopo anni di attesa, la moglie ha rivolto un disperato appello ai rapitori il 22 maggio 2020. “Nella mia sfortuna e nella mia debolezza vi prego di rimandare Ken (Kenneth) alla sua famiglia, una volta che vi avrà aiutati in questi tempi difficili, quando lo riterrete opportuno”, aveva detto in un video, lasciando intendere che i terroristi sfruttavano il dottore per scopi medici.

Anche il collettivo di organizzazioni della società civile di Soum ha inviato una lettera al Gsim. “Abbiamo chiesto audizioni. Abbiamo inviato corrispondenza ma non abbiamo ricevuto alcun feedback sulla situazione del dottor Elliott “, ha affermato Oumarou Tao, un membro del collettivo, citato da Omega Media.

Secondo le notizie di cui la stampa è a conoscenza, sono sei gli ostaggi non africani detenuti nel Sahel, tra Mali, Niger e Burkina Faso. Oltre al chirurgo australiano, il rumeno Iulian Ghergut, agente di sicurezza in una miniera di manganese rapito il 4 aprile 2015; l’americano Jeffery Woodke, che lavorava per una ong ad Abalak in Niger, rapito il 14 ottobre 2016 e probabilmente portato in Mali; Gloria Cecilia Argoti, religiosa colombiana sequestrata nel sud del Mali il 7 febbraio 2017; il tedesco Jörg Lange, che lavorava per una Ong, rapito l’11 aprile 2018 nel Niger occidentale; infine, il giornalista francese Olivier Dubois, rapito l’8 aprile a Gao, in Mali, dal Gsim.

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