Botswana – Ricorso contro la depenalizzazione dell’omosessualità

di AFRICA

Il governo del Gaborone ieri ha annunciato che farà ricorso contro la sentenza della Corte Suprema avvenuta il 10 giugno con cui è stato decriminalizzata l’omosessualità nel paese dell’Africa australe. L’annuncio è stato fatto dal procuratore generale del Paese.

Abraham Keetshabe, il principale consulente legale del governo, ha dichiarato che porterà il caso alla Corte d’appello dopo aver letto la sentenza di 132 pagine dell’Alta corte, convinto che abbia “commesso un errore nel giungere a quella sentenza”, ma non ha fornito ulteriori dettagli in proposito.

Secondo il codice penale del 1965 del Botswana, l’omosessualità è punibile con una pena detentiva fino a sette anni, ma il giudice Michael Elburu aveva annullato le “misure di epoca vittoriana” e ordinato di emendare nuove leggi. Le sezioni a cui si riferiva sono la 164 e la 167: la prima dice che ogni «conoscenza carnale con un’altra persona contro l’ordine della natura» è punibile con sette anni di carcere, mentre la seconda prevede fino a due anni di reclusione per «atti indecenti» in luogo pubblico o privato.

A presentare ricorso contro le vecchie leggi, a marzo, era stato uno studente di 21 anni, Letsweletse Motshidiemang: il giovane sosteneva che la società è cambiata e l’omosessualità è ora più ampiamente accettata.

La decisione della Corte Suprema del Botswana arriva a poche settimane da quella opposta dell’omologa corte del Kenya, che ha deciso che una legge risalente all’epoca coloniale che criminalizza le relazioni omosessuali debba rimanere in vigore.

Secondo quanto denunciato da Amnesty International lo scorso anno, l’omosessualità è illegale in 33 dei 54 Stati africani ed è punibile con la morte in Mauritania, Somalia, Sudan e nel Nord della Nigeria. Inoltre, come riporta la International Lesbian and Gay Association, le misure contro gli Lgbt, che risalgono a leggi di epoca coloniale o ad interpretazioni giuridiche a difesa del “buon costume” o della pubblica morale, sono state inasprite negli ultimi cinque anni.

Occorre anche ammettere che l’opinione pubblica africana accetta e sostiene le norme discriminatorie e le pratiche anti-Lgbt dei governi. Una ricerca condotta dal PewResearch Center di Washington rivela che il 98% dei nigeriani, il 96% dei cittadini di Senegal, Ghana e Uganda, e il 90% dei keniani è convinto che la società non debba accettare l’omosessualità bensì combatterla.

Condividi

Altre letture correlate: