Boko Haram: «Abbiamo rapito noi gli studenti»

di Enrico Casale
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Boko Haram, gruppo jihadista nigeriano, ha rivendicato la responsabilità del rapimento di oltre 300 studenti di una scuola secondaria attaccata venerdì scorso nello Stato di Katsina, nel Nord-Ovest della Nigeria. «Siamo noi i responsabili di quanto successo a Katsina – ha detto il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, in un messaggio audio -. Quanto successo è stato fatto per promuovere l’Islam e scoraggiare le pratiche non islamiche, poiché l’istruzione occidentale non è il tipo di educazione consentito da Allah e dal Suo Santo Profeta».

Se questa rivendicazione è attendibile, segnerebbe una svolta da parte di Boko Haram che, per la prima volta, avrebbe condotto una vasta operazione nel Nord-Ovest mentre in passato concentrava le sue azioni nel Nord-Est del Paese.

L’attacco di venerdì scorso ha avuto luogo nei locali della Government Secondary School of Science, una scuola maschile nella città di Kankara, nello stato di Katsina. 333 studenti sono ancora dispersi, hanno detto le autorità statali, affermando che la scuola ospitava 839 studenti.

Il governatore di Katsina Aminu Bello Masari, che ha incontrato il presidente nigeriano Muhammadu Buhari a Daura City, nello stato di Katsina, per discutere dell’incidente, ha detto che «i rapitori avevano stabilito un contatto e che stavano già discutendo di sicurezza e del ritorno (degli studenti) alle loro case». Ma Boko Haram hanno smentito che siano state fatte richieste o dettate condizioni per il rilascio degli studenti.

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