Angola – Isabel dos Santos: «Non ho distratto soldi alla Sonangol»

di Enrico Casale
isabel dos santos

Isabel dos Santos, figlia dell’ex presidente angolano José Eduardo dos Santos, ha respinto le accuse di presunte infrazioni commesse durante il suo mandato alla guida della compagnia petrolifera Sonangol. In una nota diffusa oggi la dos Santos ha definito “diffamatorie” le accuse lanciate dal suo successore alla guida della compagnia, Carlos Saturnino, che la scorsa settimana ha dichiarato che da un’inchiesta interna alla compagnia è emersa una transazione sospetta di 38 milioni di dollari fatta a una società con sede a Dubai che sarebbe stata approvata da dos Santos dopo il suo licenziamento dalla guida della società, nel novembre scorso. La dos Santos ha quindi annunciato che prenderà “tutte le misure necessarie per proteggere la sua reputazione”, sostenendo che il pagamento è “del tutto legittimo” essendo stato realizzato per servizi di consulenza e prima che il suo successore entrasse in carica. “I tentativi di Carlos Saturnino di riscrivere la storia sono il risultato, a mio avviso, di un ritorno alla cultura dell’irresponsabilità e della disonestà che ha finito per affondare in primo luogo Sonangol”, ha detto Isabel dos Santos. Oggi il procuratore della Angola ha annunciato di aver aperto un’inchiesta sulle accuse lanciate da Saturnino. A dicembre i quotidiani “Novo Jornal” e “Jornal Economico” avevano riportato la notizia secondo cui la nuova leadership di Sonangol avrebbe aperto un’inchiesta interna sul trasferimento sospetto di fondi per 57 milioni di euro verso Dubai. Gli investigatori avrebbero esaminato anche un pagamento sospetto di 10 milioni di euro verso una società portoghese di cui la Dos Santos è stata la principale investitrice. La dos Santos è stata rimossa dal suo incarico alla guida di Sonangol nel mese di novembre, come parte di una serie di decisioni prese dal nuovo presidente Joao Lourenco per smantellare il sistema di potere del suo predecessore José Eduardo dos Santos, al potere per 38 anni. Rientra in quest’ottica anche la rimozione dell’altro figlio di dos Santos, José Filomeno, dalla guida del Fondo sovrano nazionale, l’organismo che gestisce i proventi delle vendite di petrolio. Alle elezioni presidenziali del 23 agosto il Movimento popolare di liberazione dell’Angola (Mpla, partito al governo dal 1979 e di cui cui Dos Santos resta il leader) ha ottenuto il 61,07 per cento dei voti e 150 deputati. L’Unita si è confermata principale partito di opposizione con il 26,67 per cento dei voti e 51 deputati, seguito da Casa-CE che ha guadagnato 9,44 per cento e 16 seggi.
(06/02/2018 Fonte: Agenzia Nova)

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