Angola – I frati che aiutano gli anziani

di Enrico Casale
anziani

È una casa di riposo per anziani tutta particolare quella costruita a Huambo dai frati cappuccini. Non è un edificio unico, ma un villaggio di una decina di casette che ospitano ciascuna tre-quattro persone. Vicino alle casette, gli ospiti possono coltivare un piccolo appezzamento di terreno e allevare animali da cortile (maiali, galline, conigli). Un centro nel quale gli anziani trovano un rifugio sicuro e, allo stesso tempo, possono continuare a vivere come facevano nel loro villaggio.

Quello della Terza età è un tema con il quale l’Africa sta iniziando a fare i conti in questi ultimi anni. Secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, reso noto nel settembre scorso nella 68esima sessione del Comitato regionale a Dakar, in Senegal, la salute degli abitanti di 47 Paesi africani sta progressivamente migliorando. La prima conseguenza è stato un innalzamento della speranza di vita dei popoli africani che, in soli tre anni (2014-2017), è passata da 50,9 anni a 53,8. Si è ancora lontani da quella esistente nei Paesi occidentali, se si pensa che l’età media dei 28 Paesi Ue è di 77,9 anni e quella negli Stati Uniti di 78,4, ma l’Africa ha intrapreso la strada giusta. La popolazione anziana inizia a crescere e, con essa, iniziano a porsi problemi che, un tempo, erano estranei al continente.

«Fino a qualche anno fa – spiega a Fides Guido Felicetti, frate del Centro missionario cappuccini del Triveneto che supporta i confratelli angolani – in Africa, gli anziani erano visti come una risorsa e non come un problema o un peso. Se ne prendevano cura le famiglie che li accudivano. Oggi le cose sono cambiate profondamente. Molti nuclei famigliari si trasferiscono dalla campagne alle città. I loro vecchi non voglio spostarsi, ma rimangono soli nei villaggi».

A differenza di quanto avviene in Europa e nel Nord America, non si tratta di ultraottantenni. «I fisici degli africani – osserva padre Guido – risentono molto dalla mancanza o dalla carenza di cure, dalla vita dura nelle campagne, dall’alimentazione non equilibrata. Così in Angola, come anche in altre parti dell’Africa, a sessant’anni si è già considerati vecchi. Un tempo l’anziano era molto rispettato, oggi invece non è più considerato un saggio, ma come un peso. Questo è un riflesso negativo che arriva dall’Occidente».

A Huambo un gruppo di anziani ha chiesto assistenza ai frati cappuccini. Così fra Moises Lukondo ha aperto un centro di accoglienza per anziani abbandonati alla periferia della città. Il centro è situato su un terreno piuttosto ampio che permette la coltivazione dei campi e l’allevamento degli animali domestici. «Qui – conclude padre Guido –, gli anziani trovano un ambiente non molto diverso da quello del loro villaggio. Sotto il profilo medico vengono seguiti dalle struttura sanitarie locali e ogni anno volontari italiani ed europei portano loro scorte di medicine. Gli anziani sono così accuditi e possono trascorrere i loro ultimi anni in serenità». 

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