Algeria, quello storico legame con Nelson Mandela

di claudia

Nelson Mandela, scomparso nel 2013 all’età di 95 anni, “ha stretto un rapporto speciale con l’Algeria che ha rappresentato molto per lui durante la sua vita”, lo scrive l’agenzia di stampa ufficiale algerina Aps, a margine dell’inaugurazione dello stadio di calcio intitolato a Mandela, svoltasi ieri ad Algeri.

Nel 1961, Nelson Mandela, narra l’Aps, venne a conoscenza della resistenza del popolo algerino che aveva costituito per lui un modello. Infatti, l’African National Congress (Anc) aveva ordinato a Nelson Mandela di lasciare illegalmente il Sudafrica e di prendere contatti con Paesi africani che potessero aiutare il popolo sudafricano a liberarsi dal giogo del regime segregazionista dell’apartheid.

Il primo contatto di Mandela con la rivoluzione algerina fu stabilito nel 1961 con il rappresentante del Gpra (governo provvisorio), Chawki Mostefai, che gli permise di identificare le similitudini tra la lotta del popolo algerino e la lotta della maggioranza sudafricana contro l’apartheid.

Il sostegno dell’Esercito di liberazione nazionale si è riflesso, tra l’altro, nell’integrazione di molti combattenti dell’Ana nei campi di addestramento accanto ai mujaheddin dell’esercito di liberazione in Algeria, dove Mandela era sttato 1962.

Dal 1965, diversi militanti dell’Ans vennero segretamente in Algeria per ricevere addestramento militare e tornarono in Sudafrica per svolgere operazioni militari.

Per dare più eco alla lotta all’apartheid dall’Algeria, l’Anc aprì un ufficio informazioni che ha visto passare, alla sua guida, grandi personalità del movimento. Tutti i vertici dell’Anc frequentavano Algeri, descritta a quel tempo dal padre dell’indipendenza della Guinea Bissau, Amilcar Cabral, come “la Mecca dei rivoluzionari”.

Il sostegno dell’Algeria si espresse anche quando presiedette l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1974, con il gesto storico di espellere dalla sala il rappresentante del regime dell’apartheid.

Al suo rilascio l’11 febbraio 1990 e dopo 27 anni di reclusione, Nelson Mandela volle recarsi in Algeria come riconoscimento del sostegno del Paese alla lotta del popolo sudafricano contro l’apartheid. Tornò nel Paese dove aveva appreso i primi rudimenti del maneggio delle armi da guerra e da cui trasse ispirazione per condurre la sua lotta contro l’oppressore. Una lotta che aveva continuato dopo il suo rilascio sforzandosi, dal 1991 al 1994, di smantellare gli ultimi pilastri dell’apartheid che finirono per piegarsi, perdendo, uno a uno, le sue posizioni fino allo svolgimento, nel 1994, delle prime elezioni generali che fecero Mandela il presidente eletto della Repubblica del Sudafrica.

Nel 1999, nonostante avesse lasciato la presidenza della repubblica, dopo cinque anni di governo, e la guida dell’Anc, l’aura e il peso politico di Mandela hanno continuato, fino alla sua morte, a segnare l’azione dei suoi successori, alimentati dallo stesso spirito combattivo .

Il mondo lo ricorderà per l’immensità del suo esempio, la fermezza delle sue convinzioni nella lotta contro l’apartheid, nonché per il suo straordinario contributo alla costruzione di un nuovo Sudafrica.

Battezzando lo stadio Baraki con il nome di Nelson Mandela, l’Algeria rende omaggio a colui che scrisse nelle sue memorie che la Rivoluzione algerina è stata una “grande fonte di ispirazione “, nel senso che i mujaheddin algerini “hanno affrontato una grande comunità di coloni bianchi che governavano la maggioranza indigena”. 

Nel nuovo stadio Nelson Mandela di Algeri verrà disputata la partita inaugurale del 7° Campionato delle nazionali africane (Chan 2022/23), riservata ai giocatori locali, sarà trasmessa almeno dalle 66 Paesi. Scenderanno in campo le nazionali dell’Algeria e della Libia. Verranno utilizzate più di 24 telecamere, nonché squadre di produzione aggiuntive intorno allo stadio. Questa 7° edizione vedrà la partecipazione per la prima volta di 18 Paesi, divisi in tre gironi da quattro e due gironi da tre.

“Quando diciamo che il calcio africano deve essere competitivo a livello globale, intendiamo anche che il prodotto televisivo deve essere il migliore. Il nostro team di trasmissione e televisione ha lavorato duramente per garantire la produzione di produzioni di livello mondiale. Il team sta esplorando tecnologie moderne tra cui telecamere spider”, ha dichiarato Abi Ijasamni, direttore operativo della Confederazione africana di calcio. 

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