Africa: nuova frontiera dell’industria dell’auto

di Raffaele Masto
Lagos traffico
Tempo di lettura stimato: 2 minuti

L’Africa sub sahariana ĆØ la nuova frontiera per le principali imprese automobistiche mondiali. Per due motivi, anzi tre: perchĆ© il costo del lavoro ĆØ abbastanza basso per rendere conveniente la delocalizzazione di alcune fabbriche. PerchĆ© oggi in diversi paesi africani c’ĆØ una domanda di mezzi che non siano gli scarti dell’Europa, vecchie auto riciclate trasferite nel continente. Infine perchĆ© in Africa risulta molto conveniente un prodotto indispensabile per fare le auto del futuro, cioĆØ le auto elettriche: il cobalto.

Una delle imprese automobilistiche che punta maggiormente all’Africa ĆØ la Volkswagen che ha in progetto di immetere nel mercato mondiale diversi milioni di auto elettriche entro il 2030. Ma al di lĆ  delle auto elettriche l’azienda tedesca ha una strategia che guarda all’Africa come un potenziale mercato. Una strategia che potrebbe essere seguita anche dalla concorrenza.

L’ultimo accordo siglato in ordine di tempo ĆØ con l’Etiopia dove Volkswagen vuole creare un impianto di assemblaggio e avviare la localizzazione di componenti automobilistici e di aprire un centro di formazione. Negli ultimi dieci anni, il tasso di crescita del PIL in Etiopia ĆØ stato superiore all’8%, uno dei più alti al mondo. Inoltre, l’Etiopia ĆØ un paese prioritario e primario per la Germania nell’ambito dell’iniziativa “Compact with Africa” del G20.

Quello con l’Etiopia non ĆØ qualcosa di assolutamente nuovo per Volkswagen che ĆØ presente in Africa dal 1951, in particolare in Sudafrica. Ma la strategia avviata in questi anni ĆØ qualcosa di molto diverso da una semplice presenza in un paese. Oggi il mercato sub-sahariano per Volkswagen interessa 49 paesi, per una popolazione totale di 920 milioni di persone.

Il piano di Volkswagen per l’espansione in Africa ĆØ diventato operativo nel 2015, quando ĆØ stata riavviata la produzione in Nigeria in cooperazione con il partner locale Stallion, sospesa negli anni ’70. In Kenya Volkswagen ha prodotto il Maggiolino negli anni ’60, per poi riprendere nel 2017 la produzione con la Polo Vivo a Thika insieme al partner locale Kenya

A questi paesi si ĆØ aggiunto nel 2018 anche il Ruanda: a Kigali ĆØ stata inaugurata lo scorso giugno una fabbrica con una capacitĆ  fino a 5.000 unitĆ  all’anno.

Un prossimo impianto dovrebbe sorgere in Ghana insieme ad un secondo in Nigeria che dovrebbe diventare l’hub principale per servire il mercato dell’Africa sub-sahariana. Volkswagen in collaborazione con il governo tedesco ha in cantiere lo sviluppo di un’accademia di formazione per i dipendenti.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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