Mali: schiavitù per discendenza, “un crimine ancora attuale”

di claudia
schiavitù

La Commissione nazionale per i diritti umani (Cndh) del Mali ha espresso la sua profonda preoccupazione per la persistenza della schiavitù per discendenza e per la rinnovata violenza, talvolta caratterizzata da crimini efferati, nella regione di Kayes, nel sud del Mali. Questa pratica è stata definita dalla Cndh un crimine contro l’umanità.

La dichiarazione della Cndh è stata diffusa alla stampa maliana in reazione al ritrovamento del corpo mutilato e senza vita di una donna in un campo a Lany Mody, avvenuto sabato scorso. Secondo la Commissione “la vittima, Diogou Sidibé, era scomparsa il giorno prima. L’accertamento dei fatti indica una scia di gravi abusi in connessione con la pratica della schiavitù per discendenza nella regione di Kayes”.

La Commissione nazionale per i diritti umani “condanna vigorosamente questo crimine efferato”, ricordando che “tutti i maliani nascono e rimangono liberi ed eguali nei diritti e nei doveri” e sottolineando che “ogni discriminazione basata sull’origine sociale, il colore, la lingua, la razza, il sesso, la religione e l’opinione politica è vietata”.

Il Cndh ha anche denunciato le violenze perpetrate sulle persone a causa della loro cosiddetta discendenza o status di “schiavitù” e raccomanda alle autorità giudiziarie maliane di perseguire e assicurare alla giustizia gli autori, coautori e complici di questa violazione del diritto alla vita. 

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