29/07/13 – Mali – Presidenziali: spoglio in corso, sollievo per voto nella calma

di AFRICA

Un plauso unanime per un voto che si è tenuto “nella calma” e con “una forte partecipazione senza precedente “ degli aventi diritto: all’indomani dello scrutinio, è questo il bilancio globale della giornata elettorale diffuso dalle autorità locali e dagli osservatori internazionali. Le presidenziali di ieri, già definite “storiche”, sono cruciali per il futuro del Mali in quanto dovrebbero segnare il ritorno del paese del Sahel sulla strada della democrazia e della riunificazione nazionale dopo 18 mesi di crisi armata nel nord.

“Siamo molto soddisfatti per le condizioni generali di svolgimento delle elezioni: è il miglior scrutinio mai organizzato dal 1960” ha detto il presidente di transizione Dioncouda Traoré, in carica dal colpo di stato militare del 22 marzo 2012 che ha destituito Amadou Toumani Touré. Traoré ha poi invitato i 27 candidati in lizza ad “essere democratici fino alla fine”, sottolineando che “la democrazia è la legge della maggioranza: bisogna accettare il verdetto delle urne”. Da Parigi il presidente François Hollande ha dichiarato che “la partecipazione senza precedente testimonia dell’attaccamento dei maliani ai valori democratici: il voto di ieri rappresenta un simbolo e una chance (…) oltre che una vittoria sui terroristi in un territorio liberato”.

Tuttavia le presidenziali si sono svolte in un paese a due ‘velocità’, non ancora del tutto uscito dall’instabilità alimentata dai gruppi di insorti tuareg ed islamici e in preda a una crisi umanitaria nelle regioni settentrionali dell’Azawad. Al nord, globalmente, l’affluenza alle urne è stata più limitata rispetto a Bamako e alle regioni meridionali. Se a Gao le donne si sono recate numerose alle urne, nonostante temperature elevate e il digiuno del ramadan, a Kidal l’affluenza è stata molto ridotta. “Nel nord solo 12.700 carte di identificazione nazionale (Nina) sono state ritirate e più di 20.000 sfollati non avevano alcun documento” ha confermato Louis Michel, capo della missione di osservatori elettorali dell’Unione europea. Al nord ma anche nei paesi confinanti, in particolare Niger e Burkina Faso, centinaia di maliani sfollati e rifugiati non sono riusciti ad esprimere la propria preferenza a causa di problemi logistici: molti di loro non erano in possesso della Nina o non erano iscritto sulle liste elettorali. Tuttavia osservatori locali ed internazionali hanno espresso “sollievo” per un voto tenutosi nella calma, dopo le minacce mosse da gruppi armati di attaccare i seggi elettorali. La sicurezza nei tre capoluoghi di Kidal, Gao e Timbuctù è stata garantita dai caschi blu della missione Onu (Minusma), dall’esercito maliano e dai soldati francesi dell’Operazione Serval.

A Bamako e nelle regioni meridionali, dove vive il 90% circa dei 6,9 milioni di elettori, il clima della giornata è stato più disteso e l’affluenza molto alta sin dalle prime ore del giorno fino alla chiusura dei seggi alle 18. Lo spoglio è già cominciato e i primi risultati ufficiali provvisori potrebbero essere diffusi a partire da venerdì. La speranza è quella di superare l’affluenza delle ultime presidenziali del 2007, quando solo il 36,24% degli elettori aveva scelto Touré. Dai primissimi dati non ufficiali pubblicati sulla pagina Facebook del candidato favorito Ibrahim Boubacar Keita (Ibk) è emerso che l’ex primo ministro sarebbe stato il candidato più votato all’estero e potrebbe ottenere una confortevole maggioranza al primo turno, forse senza che un secondo turno – previsto per l’11 agosto – sia necessario. – Misna

 

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