22/10/14 – R.D. Congo – Dopo massacri di Beni, contestata la missione Onu

di AFRICA

 

Centinaia di persone hanno preso parte ad una marcia di protesta contro la missione Onu in Congo (Monusco), accusandola di mancata protezione dei civili finiti nel mirino dei ribelli ugandesi Adf-Nalu a Beni e dintorni, in Nord Kivu. Il corteo si è snodato lungo la strada principale di Oicha, località settentrionale della provincia dove due settimane fa nove persone sono state uccise de presunti combattenti delle Adf-Nalu. In meno di un mese nella zona di Beni in tutto un’ottantina di civili hanno perso la vita in uccisioni mirate, attacchi e attentati.

I manifestanti, tra cui molti giovani e donne, hanno chiesto con slogan e canti in lingua locale swahili la partenza della Monusco, la cui presenza viene considerata “inutile” in termini di lotta all’insicurezza.

Altre proteste sono in corso a Beni, dove la popolazione ha eretto barricate e preso di mira con pietre i veicoli della missione Onu. Alla MISNA padre Laurent Sondirya Kahindo, segretario cancelliere della diocesi di Butembo-Beni, ha riferito che “a suscitare molti interrogativi e a scoraggiare ulteriormente gli abitanti di Beni, il fatto che uno degli ultimi villaggi attaccati dagli insorti ugandesi si trova a due passi da un campo militare della Monusco”. La missione di peacekeeping viene anche additata per la mancanza di risultati nella lotta contro la ribellione ugandese e per arginare l’insicurezza nonostante gli ingenti mezzi militari a disposizione.

Il vice presidente della società civile del Nord Kivu, Omar Kavota, ha tuttavia invitato la popolazione a “fermare ogni atto di violenza ai danni dei caschi blu”, sottolineando che “tale reazione giova invece al nemico”.

Dopo i massacri dell’ultimo periodo il capo della Monusco, Martin Kobler, ha auspicato l’avvio “quanto prima” di operazioni militari congiunte e potenziate tra la missione Onu e l’esercito regolare (Fardc) contro le Adf-Nalu.

Ieri sera a Goma, capoluogo del Nord Kivu, è stato scarcerato l’avvocato e oppositore Jean-Paul Lumbu Lumbu, arrestato per aver criticato l’operato del ministero della Difesa nel territorio di Beni. Secondo Lumbu Lumbu, le autorità di Kinshasa hanno “perso il controllo della regione” e devono procedere a una “necessaria riorganizzazione dell’operazione militare” contro i ribelli ugandesi, lanciata lo scorso gennaio con il nome ‘Sokola’, pulire in lingua locale.

Intanto da Luanda i paesi della Conferenza internazionale per la regione dei Grandi Laghi (Cirgl) e della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc) hanno deplorato i “pochi progressi nel disarmo dei ribelli ruandesi delle Forze di liberazione democratiche del Rwanda (Fdlr, attivi da 20 anni nell’est)”, compiuti dall’avvio dell’operazione lo scorso luglio. I 16 paesi hanno stabilito una nuova scadenza per il disarmo volontario dei ribelli ruandesi: oltre il 2 gennaio 2015 dovranno “far fronte ad un’offensiva militare”. – Misna

 

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