21/06/13 – Niger – Niamey: un mese di black-out, rabbia e paura

di AFRICA

Gruppi elettrogeni per alcuni, lampadine tascabili per gli altri: a Niamey commercianti, imprenditori e cittadini stanno cercando con ogni mezzo di far fronte ai continui black-out che da quasi un mese complicano la vita quotidiana nella capitale e nelle città delle province di Dosso e Tillaberi. All’origine del disservizio, una tempesta che ha distrutto le linee elettriche che riforniscono il sud-ovest del paese dalla diga di Kainji,ovest della Nigeria.

“Le nostre capacità produttive coprono soltanto un terzo del fabbisogno. I tagli della luce sono purtroppo inevitabili” hanno spiegato fonti governative. Di solito la diga nigeriana fornisce la metà dei 100 MW necessari ogni giorno. A complicare ulteriormente la situazione c’è stata la rottura di due generatori che approvvigionano Niamey e Tillaberi, la conseguente interruzione del rifornimento in acqua, che dipende dalla corrente elettrica, e il netto rialzo delle temperature in questo periodo estivo.

Le normali attività quotidiane ne risentono in modo pesante, con perdite economiche significative: molti uffici sono chiusi, negli ospedali parti ed interventi si fanno in condizioni estreme mentre i commercianti non riescono a conservare alcuni prodotti. Due emittenti radiotelevisive pubbliche sono state costrette a ridurre la programmazione e altre ad interrompere per più giorni le trasmissioni. Ciononostante la società nigerina di elettricità ‘Nigelec’ continua ad inviare ai suoi clienti costose fatture che molti imprenditori e negozianti non sono in grado di pagare a causa dei danni economici causati dai black-out. Il governo ha annunciato che i lavori sulle linee elettriche danneggiate potrebbero durare ancora alcune settimane.

Ma a Niamey, al malcontento della gente, si aggiunge la paura per il rischio di attentati dopo l’assalto al carcere della scorsa settimana e gli attacchi terroristici di Arlit e Agadez del mese scorso. Fonti locali hanno riferito di un sentimento diffuso di paura che sta spingendo gli abitanti a guardare tutti con sospetto. La scorsa settimana un comando armato ha approfittato del buio per attaccare una caserma della polizia militare alle porte della capitale. In queste settimane l’economia nazionale è ulteriormente rallentata dall’interruzione delle attività della più grande miniera di uranio, la Somair, gestita dalla società francese Areva, dopo l’attentato di Arlit. – Misna

 

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