19/09/13 – Rwanda – Per Unione Africana voto libero, record di donne in parlamento

di AFRICA

Il voto è stato “libero, equo, pacifico e trasparente, pertanto rispecchia la volontà del popolo”: è questa la valutazione della missione di osservatori elettorali dell’Unione Africana (UA) sulle legislative che si sono svolte in Rwanda dal 16 al 18 settembre. Il comunicato a firma del capo missione, la presidente della commissione elettorale dello Zimbabwe, Rita Makarau, ha però evidenziato la “carenza di rappresentanti di alcuni partiti politici e dei candidati indipendenti in diversi seggi”. La Makarau si è però complimentata per “l’elevata partecipazione delle donne alla sfera civica, che non si limita ai comizi” e per “l’equa rappresentatività all’interno stesso delle commissione elettorale nazionale (Nec)”.

Con l’ultima tornata elettorale il paese delle Mille colline ha realizzato un record al livello mondiale: nel futuro parlamento siederà un 63,75% di deputati donne, consentendo al sesso femminile di avere la maggioranza assoluta dei seggi, cioè 51 degli 80 in palio. Nell’assemblea uscente la quota di parlamentari donne era già molto elevata, con un 56,3% di rappresentanti elette nel 2008. In base alla Costituzione in vigore dal 2003, le diverse istituzioni devono avere almeno un 30% di donne. Per quanto riguarda l’Assemblea nazionale, per legge alle donne vengono assegnati  24 seggi. A questi si sono aggiunte altre 27 poltrone conquistate sulle 53 riservate ai partiti politici.

I risultati provvisori delle votazioni dei giorni scorsi hanno confermato il dominio del Fronte popolare ruandese (Fpr) del presidente Paul Kagame, al potere dal genocidio del 1994, che avrà 41 rappresentanti in parlamento. Solo altri due partiti hanno superato la soglia del 5% e saranno presenti nell’emiciclo: il Partito sociale democratico (Psd) con sette parlamentari e il Partito liberale (Ps) con cinque. Sia il Psd che il Pl fanno parte del governo. La Nec dovrebbe proclamare i risultati definitivi entro il 25 settembre.

Il nuovo parlamento potrebbe essere chiamato a modificare la Costituzione per sopprimere il limite ai mandati presidenziali e consentire così a Kagame di candidarsi nel 2017. – Misna

 

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