16/09/13 – Mali – A Kidal Tuareg bloccano visita ministri

di AFRICA

Rimane tesa la situazione nel capoluogo nord-orientale di Kidal dove una delegazione ministeriale è stata costretta a fare marcia indietro, attaccata da esponenti della ribellione tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla). In base alla ricostruzione dei fatti diffusa dalla stampa maliana, giovani sostenitori dell’Mnla hanno dapprima impedito all’aereo di atterrare e poi hanno scagliato pietre contro il convoglio ministeriale diretto in città, costringendo la delegazione ufficiale ad interrompere la propria visita.

Il neo ministro della Riconciliazione nazionale e per lo Sviluppo delle regioni settentrionali, Cheick Oumar Diarrah, era accompagnato dai suoi colleghi incaricati della Sicurezza interna, il colonnello Sada Samaké, e dell’Amministrazione territoriale, il generale Muossa Sinko Coulibaly. “Siamo venuti qui, inviati dal presidente della Repubblica, per portare un messaggio di pace alle popolazioni e ai capi tradizionali ma anche per discutere di una soluzione durevole della crisi maliana, per raggiungere la pace e la sicurezza” ha detto Diarrah al suo arrivo a Kidal. Nel capoluogo due ordigni sono esplosi mentre era in corso la visita degli esponenti di governo, senza fare alcuna vittima. I caschi blu della Missione Onu (Minusma) hanno utilizzato gas lacrimogeni per disperdere il corteo di simpatizzanti dell’Mnla che contestava i rappresentanti di Bamako.

Ma anche negli altri territori dell’Azawad l’instabilità è palpabile, soprattutto dopo le violenze che si sono verificate mercoledì scorso nella zona di Foïta, al confine con la Mauritania, tra l’esercito maliano e uomini dell’Mnla, concluse con alcuni morti. In un comunicato diffuso nelle ultime ore a firma di Mossa Ag Attaher, il portavoce della ribellione tuareg ha minacciato di “replicare agli aggressori” fino ad “annientarli” in caso di nuovo incidente armato. L’Mnla accusa le autorità di Bamako di aver violato gli accordi di Ouagadougou firmati lo scorso giugno con l’attacco commesso contro le posizioni del gruppo ribelle ma anche per la mancata scarcerazione dei prigionieri tuareg. Sulla carta il nuovo governo del presidente Ibrahim Boubacar Keïta ha due mesi di tempo dal suo insediamento per raggiungere un accordo di pace definitivo con la controparte. A questo punto i negoziati appaiono davvero in salita. – Misna

 

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