Viaggio in Liberia, per guardare avanti

di Valentina Milani

Voglia di tornare a viaggiare? In attesa delle condizioni ottimali per farlo, proseguiamo con i nostri itinerari virtuali, utili per informarsi circa destinazioni inusuali o poco considerate che, in realtà, hanno davvero tanto da offrire.

Eccoci dunque in Liberia: un Paese fondato da schiavi americani liberati che si distingue per la voglia di rifarsi, ripartire, guardare avanti. La meta ideale per lasciarsi alle spalle un periodo difficile. Questa nazione dell’Africa occidentale ha infatti dovuto fare i conti con una devastante guerra civile (1999-2003) e con l’aggressiva epidemia di Ebola del 2014. Ma la sua popolazione, vivace e cordiale, è sempre riuscita a rialzarsi.

Il turismo può essere un vero aiuto all’economia della Liberia, una meta che si è rivelata essere davvero appagante sia per gli amanti della natura che per coloro che desiderano rilassarsi su spiagge inesplorate, ma non solo.

Partiamo dal mare e dal sole, dirigiamoci quindi a Robertsport, la mecca africana del surf, considerata dagli esperti tra le migliori località al mondo per praticare questo sport. Il motivo? Gode di una posizione privilegiata: sorge su un promontorio che si protende nell’Oceano Atlantico, il che permette di sfruttare correnti di diverse direzioni e intensità. Durante la stagione delle piogge, da aprile a settembre, i venti costanti alzano onde da brivido, alte fino a cinque metri. Proprio in queste acque è nata la leggenda del primo surfista liberiano: Alfred Lomax. In questa cittadina oltre a godere dell’ombra delle palme che disegnano ampie sagome sulla sabbia color ocra, potrete riposare ondeggiando su amache che vi porteranno fuori dal tempo in una delle strutture per turisti che offre questa località, tanto sperduta tanto dagli ampi orizzonti.

Non solo vento e salsedine, in Liberia si trova anche uno dei parchi nazionali migliori dell’intera regione: il Sapo National Park. Delimitato a nord dai monti Putu e ad ovest dal fiume Sinoe, questo Parco Nazionale prende il nome dalla tribù locale dei Sapo (o Sao) ed è costituito interamente da foreste pluviali di pianura, tra cui aree paludose e zone aride. Rappresenta uno degli ecosistemi forestali più intatti e incontaminati della Liberia ed è una roccaforte per diverse specie a rischio globale, tra cui l’ippopotamo pigmeo, lo scimpanzé dell’Africa occidentale e la zebra duiker (Cephalophus).

Anche la capitale della Liberia, Monrovia, merita una visita. Ne ha passate tante ma si è scrollata di dosso il passato anche grazie ai suoi abitanti giovani e dinamici. Per le strade della città sentirete risuonare l’hip-co, un rap locale che mescola l’inglese al cosiddetto colloquial per trasmettere messaggi politici e sociali, in modo che i contenuti vengano compresi da tutti gli abitanti del Paese. Concedetevi una visita al fatiscente ma affascinante Ducor Palace Hotel che, inaugurato nel 1960, è stato il primo hotel di classe internazionale in Liberia, ed è stato per molti anni uno dei pochi hotel a cinque stelle in tutta l’Africa. La cerimonia di inaugurazione è stata un affare internazionale con la presenza, tra gli altri, dell’allora  presidente della Guinea Sékou Touré, e della ministra degli Esteri israeliana di allora Golda Meir. Durante la prima guerra civile liberiana l’hotel venne abbandonato e saccheggiato, nonché occupato da numerosi sfollati. Oltre ad addentrarvi nel fascino del suo antico splendore, dal tetto della struttura potrete godere di un’ottima vista sulla città che vi farà anche riflettere: scorgerete infatti chiaramente, in mezzo a case e palazzi, la più vasta baraccopoli della metropoli: West Point.

Viaggiare in Liberia significa fare una vacanza, scoprire nuove culture, addentrarsi nella natura incontaminata, ma anche fare turismo responsabile e prendere esempio. Tornerete con nuova energia!

(Testo e foto di Valentina Giulia Milani)

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