Tunisia, al Festival del cinema di Cartagine premiato l’Egitto e non solo

di claudia

Il cinema egiziano si è distinto alle Giornate del cinema di Cartagine (Jcc), vincendo il Tanit d’oro, premio più importante di questo festival internazionale andato in scena in Tunisia, assegnato a “Feathers” di Omar Zohairy, vincitore di altri cinque riconoscimenti.

Premiato alla Settimana della critica al Festival di Cannes 2021, Feathers è anche il vincitore del premio El Houna Golden Star per il miglior lungometraggio al Festival di Elgouna e del premio per il miglior attore, assegnato a Omar Zohairy. La trama, che racconta la storia di una donna e del marito trasformato in gallina, ha creato una grande polemica in Egitto. Alcuni hanno ritenuto che il tema della povertà estrema nel film trasmetta un messaggio che potrebbe danneggiare l’immagine dell’Egitto.

Durante questa 52a edizione delle Jcc presieduta dalla regista Ridha Behi e dal critico Kamel Ben Ouaness alla direzione artistica, il festival 2021 di Cartagine si è riallacciato al pubblico cinefilo dopo un’edizione del 2020, svoltasi nel mezzo della crisi sanitaria pandemica, senza concorso.

Le Jcc hanno reso protagonisti film provenienti da 45 Paesi, 28 africani e 17 arabi, in concorso ufficiale e fuori concorso. La giuria, presieduta dal produttore italiano Enzo Porcelli, ha riunito il regista marocchino Daoud Aoulad Syad, il regista iraniano Ahmad Bahrami, la regista haitiana Jessica Géneu, l’attore congolese Hoji Fortuna, il critico egiziano Tarek Shenawy e il giornalista-scrittore tunisino Sofien Ben Farhat.

Il gran premio del festival è stato assegnato ai film “Fatwa” di Mahmoud Ben Mahmoud e Noura rêve di Hinde Boujemaa. È la terza volta che l’Egitto vince il primo premio per un lungometraggio. Nel 1970, il Tanit d’oro era andato a Youssef Chahine per la carriera e per il suo film La Scelta, mentre Microphone di Ahmad Abdalla lo ha vinto nel 2010.

Il cinema tunisino ha registrato quest’anno una presenza piuttosto timida nel palmares del festival, con tre premi. La Palestina ha vinto quattro premi tra cui il Tanit d’Oro e di Bronzo nel Concorso Lungometraggi Documentari, assegnati rispettivamente a “Yarmouk, diario di un assediato” di Abdallah Al-Khatib e “As i Want” di Samaher Alqadi.

La fiction “How my grandmother became a chair” del libanese Nicholas Fattouch e il documentario “And then burn the sea” del qatariota Majid Al-Remaihiqui hanno vinto il Tanit d’argento nelle gare di cortometraggi, mentre la yemenita Shaima Al Tamimi ha vinto il bronzo. Il film marocchino “Haut et fort” di Nabil Ayouch ha vinto il premio per la migliore musica, opera di Mike e Fabien Kourtzer. Selezionato nella competizione ufficiale del festival di Cannes 2021, questo lungometraggio musicale, tra finzione e documentario, ha avuto due riconoscimenti, il premio cinema positivo del festival di Cannes, e il premio Best Achievement in cinema.

Il Lesotho, con “Indomitable Fire” di Lemohang Jeremiah Mosese ha vinto il Tanit d’argento nel Concorso lungometraggi di finzione, il premio per il miglior montaggio e il premio per la migliore fotografia. Somalia e Sudafrica hanno vinto il l’oro nei concorsi per cortometraggi, assegnati rispettivamente a “Life on the horn”, fiction di Mo Harawe e “Shepherds” documentario di Toboho Edkins.

L’attore somalo Omar Abdi ha vinto la migliore interpretazione maschile per il suo ruolo in “La moglie del becchino” di Khadar Ayderus Ahmed, film vincitore del Fespaco.

Il festival, che ogni anno riunisce professionisti del cinema arabi e africani, si è concluso, al termine di una settimana ricca di proiezioni e dibattiti. 

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