Tigray, cordoglio Msf per morte di tre operatori

di Enrico Casale
malnutrizione in mali

Medici senza Frontiere (Msf) esprime il proprio cordoglio per la tragica morte di tre suoi operatori nel Tigray, in Etiopia. Venerdì pomeriggio, i corpi di Maria Hernandez, coordinatrice dell’emergenza nella regione, Yohannes Halefom Reda, assistente coordinatore, e Tedros Gebremariam Gebremichael, autista, sono stati trovati senza vita.

“Nessuna parola può spiegare il nostro dolore, lo sgomento e l’indignazione per questo terribile attacco – è scritto in una nota emessa dall’organizzazione che porta assistenza sanitaria in zone di guerra -. Niente potrà lenire la perdita e la sofferenza delle loro famiglie e dei loro cari, ai quali trasmettiamo la più profonda vicinanza”.

Msf condanna questo attacco con “la maggior forza possibile” e farà “di tutto per fare luce sull’accaduto”. Maria, Yohaness e Tedros, continua la nota, erano nel Tigray per fornire assistenza alle persone ed è impensabile che questo lavoro sia costato loro la vita.
Maria Hernandez, 35 anni, originaria di Madrid, aveva iniziato il suo lavoro con Msf nel 2015 in Repubblica Centrafricana e, da allora, aveva lavorato in Yemen, Messico e Nigeria. Yohannes Halefom Reda, assistente coordinatore, era etiope, aveva 31 anni e si era unito all’organizzazione a febbraio. Tedros Gebremariam Gebremichael, 31 anni, anche lui etiope, era uno degli autisti di Msf.

“La morte di Maria, Yohannes e Tedros è un colpo devastante per tutte le persone che fanno parte di Msf ovunque nel mondo – conclude la nota -. Condividiamo un profondo senso di tristezza, indignazione e sgomento e siamo profondamente addolorati per le loro famiglie”. 

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