La Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja ha approvato l’apertura di un’inchiesta sui presunti crimini contro l’umanità commessi in Burundi fra l’aprile 2015 e l’ottobre 2017. È quanto si legge in un comunicato della stessa Corte, secondo cui la decisione è stata presa dopo che il materiale presentato dal procuratore della Cpi costituisce “una base ragionevole per procedere a un’inchiesta relativa ai crimini contro l’umanità, tra cui omicidi e tentati omicidi, detenzioni illecite, torture, stupri e sparizioni forzate”. La decisione, si legge nel comunicato, è lecita in quanto al momento dei fatti incriminati il Burundi – che ha formalizzato la sua uscita dalla Cpi lo scorso 27 ottobre – era ancora membro dell’organismo.
“La Corte può esercitare la propria competenza anche dopo che l’entrata in vigore del ritiro, a condizione che l’inchiesta o il procedimento penale si riferiscano ai reati commessi durante il periodo in cui il paese era membro dello Statuto di Roma”, recita la nota, secondo cui le autorità di Bujumbura hanno inoltre “il dovere di collaborare con la Corte poiché l’inchiesta è stata autorizzata il 25 ottobre, prima della data di entrata in vigore del ritiro”. In base a quanto constatato dalla Corte, nel paese sono state uccise almeno 1.200 persone, migliaia sono state detenute illegalmente o torturate e centinaia sono scomparse. Le violenze nel paese, esplose nell’aprile 2015 dopo la decisione del presidente Pierre Nkurunziza di correre per un terzo mandato, hanno inoltre causato lo sfollamento di 413.490 persone tra l’aprile 2015 e il maggio 2017.
(10/11/2017 Fonte: Bbc)
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