Sudan, combattimenti diffusi dopo la scadenza della tregua

di claudia
sudan

I combattimenti in Sudan si sono intensificati da ieri in diverse aree della capitale Khartoum dopo la scadenza dell’ultimo accordo di cessate il fuoco tra l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf), hanno riferito le agenzie internazionali.

Tra le altre aree in cui sono stati segnalati combattimenti c’erano Khartoum centrale e meridionale e Bahri, a nord, oltre il Nilo Azzurro. Le Rsf hanno ha affermato ieri di aver abbattuto un aereo da combattimento dell’esercito durante una raid delle forze armate sulle posizioni dei paramilitari. Una fonte militare ha detto all’Afp che un jet di fabbricazione cinese si è schiantato vicino alla base di Wadi Seidna a nord di Khartoum a causa di un “malfunzionamento tecnico”. Altri testimoni hanno parlato di attacchi aerei su postazioni delle Rsf nella parte est della città, con alcune vittime civili riportate. Intanto le autorità sudanesi hanno affermato che i combattenti delle Rsf si sono ritirati dal museo nazionale nel centro di Khartoum da dove sabato avevano diffuso un video.

Oltre alla capitale, sono scoppiati combattimenti anche nel Darfur, nell’ovest del Paese, dove testimoni hanno riferito che i pesanti combattimenti di venerdì e sabato hanno interessato Kutum, una delle principali città e centro commerciale del Nord Darfur. Almeno 40 persone sono state uccise e dozzine sono rimaste ferite, compresi gli sfollati del campo di Kassab, ha affermato l’Associazione degli avvocati del Darfur, che monitora i diritti nella regione. L’esercito ha negato però che le Rsf abbiano preso il controllo di Kutum.

La fine della tregua, frutto di colloqui mediati a Gedda, in Arabia Saudita, da Riad e Washington, preoccupa per una possibile escalation del conflitto. Oltre ai combattimenti segnalati, secondo una fonte di Middle East Eye, l’esercito starebbe muovendo truppe verso Khartoum, mentre i paramilitari starebbero spostando 200 veicoli su El-Obeid, capitale dello stato sudanese del Kordofan Settentrionale. Anche lì, però, l’aggressione è già iniziata nei giorni scorsi e il Partito comunista sudanese ha denunciato l’uccisione da parte delle Rsf di almeno 55 civili, dopo aver dato fuoco alle loro case.

Gli scontri in Sudan durano dal 15 aprile. Più di 1.800 persone sono state uccise, secondo l’Armed Conflict Location and Event Data Project, e le Nazioni Unite affermano che 1,2 milioni di cittadini sono stati sfollati dalle proprie abitazioni. Altri 425.000 sono fuggiti all’estero.

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