Sudan: ancora violenza nel Darfur occidentale, dichiarato stato d’emergenza

di Valentina Milani
ribelli del darfur

Il governo del Sudan ha dichiarato lo stato di emergenza nel Darfur occidentale dopo che almeno 40 persone sono state uccise e 58 ferite in tre giorni di scontri tribali nella capitale el-Geneina.

L’incidente è l’ultimo di una escalation di violenze nella regione del Darfur dalla firma di un accordo di pace alla fine dell’anno scorso e dal ritiro delle forze di pace delle Nazioni Unite. A gennaio, almeno 129 persone sono state uccise e 108.000 sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni dopo scontri tra membri della tribù masalit e tribù arabe.

Negli scontri di questi giorni, secondo quanto riporta un documento delle Nazioni Unite rilanciato da media internazionali, sono state utilizzate armi pesanti e granate. “La città è piena di gente armata e non vediamo una reale presenza militare in grado di proteggere i civili”, ha detto un residente sentito da Reuters.

A ottobre, il governo sudanese di transizione aveva firmato un accordo di pace con alcuni dei gruppi ribelli del Darfur che avevano combattuto la cacciata del presidente Omar al-Bashir. Tuttavia, gli attacchi da parte di membri delle tribù arabe che al-Bashir aveva armato per combattere i ribelli si sono intensificati e gli scontri tribali sono aumentati nella regione. Il contingente militare che era stato stanziato in città per garantire la sicurezza è stato in gran parte ritirato.

Un rapporto delle Nazioni Unite ha rilevato che i gruppi che hanno firmato l’accordo avevano anche iniziato a reclutare combattenti in tutta la regione.

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