Somalia: guerra e clima, al via piano Onu a favore degli sfollati

di claudia
povertà

di Enrico Casale

Le Nazioni Unite e i suoi partner hanno lanciato ieri un piano quadriennale per fornire soluzioni durature alle persone sfollate a causa del conflitto e del cambiamento climatico in Somalia. Il progetto, che prevede investimenti milionari, è denominato Saameynta (Impact in Somali) e cercherà soluzioni durature per oltre 75.000 sfollati interni (Idp) e per molte comunità vulnerabili nel Paese, hanno affermato le Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta resa pubblica a Mogadiscio.

Adam Abdelmoula, rappresentante delle Nazioni Unite e coordinatore umanitario per la Somalia, ha affermato che la ricerca di soluzioni durature per lo sfollamento prolungato è “disperatamente necessaria” per migliorare la situazione di sussistenza degli sfollati interni e delle loro comunità ospitanti. “È improbabile che questi sfollati interni tornino al loro luogo di origine nel prossimo futuro, poiché le terre delle loro comunità sono ora aride e inadatte all’agricoltura o alla pastorizia”, ​​ha affermato Abdelmoula.

Nell’ambito dell’intervento, l’Onu e i suoi partner lavoreranno insieme al governo per attuare la strategia nazionale per le soluzioni durevoli. Secondo le Nazioni Unite, il progetto cerca anche di ridurre la dipendenza dagli aiuti umanitari, di ridurre la povertà per migliaia di persone povere e di promuovere l’integrazione degli sfollati interni nelle città. “L’assistenza umanitaria da sola non può affrontare questioni croniche come sfollamenti di massa, siccità e inondazioni ricorrenti. Ecco perché soluzioni durature sono una priorità per le Nazioni Unite”, ha affermato Abdelmoula.

Ha affermato che il programma mira a sfruttare i valori generati dall’urbanizzazione pianificata e dagli investimenti al fine di fornire alloggi a prezzi accessibili, opportunità di lavoro e risorse comunitarie come infrastrutture, impianti di irrigazione, mercati e altre priorità identificate localmente per le comunità colpite dallo sfollamento.

Il progetto cercherà anche di migliorare l’autosufficienza e l’accesso a servizi di base sostenibili, inclusi acqua, alloggi e servizi sanitari per gli sfollati interni che risiedono nelle città di Baidoa, Bossaso e Beletweyne.

Secondo le Nazioni Unite, ci sono circa 2,9 milioni di sfollati interni in Somalia a causa della guerra civile che dura ormai da decenni e degli eventi meteorologici estremi come siccità e inondazioni. Di questi, 2,2 milioni necessitano di assistenza umanitaria urgente.

Il progetto garantirà inoltre la piena partecipazione delle donne e delle ragazze sfollate che vivono in siti sovraffollati che continuano a essere esposti a un rischio maggiore di violenza e molestie.
L’iniziativa delle Nazioni Unite arriva in un momento cruciale poiché la situazione degli sfollati nel Paese è ulteriormente esacerbata dalla siccità, dalla chiusura dei campi profughi nei Paesi vicini e dall’impatto della pandemia di Covid-19. 

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