Sahara occidentale – Ripartono i colloqui sull’autonomia

di Enrico Casale
sahara occidentale

I rappresentanti di Fronte Polisario, Marocco, Algeria e Mauritania per la prima volta siederanno intorno a un tavolo per discutere dei destini del Sahara occidentale. L’incontro, che si terrà oggi 5 dicembre,  vuole cercare di definire lo status del Sahara occidentale che, da oltre quarant’anni, è occupato dal Marocco.

Rabat è disposta a concedere l’autonomia ma mantenendo la sua sovranità territoriale. Il Fronte Polisario chiede invece l’autodeterminazione attraverso lo svolgimento di un referendum. Come spiega Mohamed Khaddad, membro del Segretariato nazionale del Fronte Polisario: «Il Sahara occidentale dev’essere decolonizzato. Il passare degli anni non ha cambiato la natura del conflitto. Il popolo del Sahara Occidentale ha il diritto di decidere il proprio destino, quindi abbiamo già, fin dal 2007, offerto garanzie al Marocco sul piano economico, della sicurezza e sociale. In breve, possiamo negoziare tutto tranne il diritto all’autodeterminazione. Naturalmente, l’opzione migliore è firmare un accordo e tenere un referendum. Vogliamo andare al referendum insieme al Marocco, non in contrapposizione ad esso».

Questa soluzione del referendum è stata accettata dalle Nazioni Unite dal 1991, ma il Marocco ha fatto marcia indietro più volte su questo tema. Oggi, il problema è che la situazione nel Sahara occidentale è completamente cambiata, soprattutto perché il regno marocchino ha aumentato gli investimenti e ha condotto una vera politica di insediamento.

«Oggi c’è una mescolanza di popolazione – conferma Khadija Mohsen-Finan, ricercatrice presso la Sorbona e specialista del Maghreb -. Una situazione voluta dal vecchio re marocchino Hassan II che decise di spostare marocchini nel Sahara occidentale fornendo loro infrastrutture, inclusi prodotti sovvenzionati e affitti molto bassi. I sahrawi sono così diventati minoranza e  la loro identità è in pericolo».

Secondo il Marocco quindi  referendum oggi non è più un’opzione praticabile. Shaibata Mrabih Rabou, presidente del Centro per gli studi sullo sviluppo del Sahara, un’istituzione marocchina spiega: «Il Polisario ha sempre presentato cifre false, non è mai stata censita la popolazione dei campi di Tindouf e queste persone non hanno nemmeno una carta dei rifugiati. Quindi la proposta di referendum non è possibile. L’Onu è stato molto chiaro con la risoluzione 24-40 ha accolto l’iniziativa marocchina per  concedere un’ampia autonomia alla regione del Sahara».

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