Nigeria: il fallimento del governo contro Boko Haram

di Raffaele Masto

Almeno sette persone sono rimaste uccise in un nuovo attacco contro una chiesa nello stato di Benue in Nigeria. L’attacco arriva due giorni dopo che un commando di uomini armati ha aperto il fuoco in una chiesa nella stessa regione della Nigeria, uccidendo due sacerdoti e 17 persone. L’attacco di martedì scorso era stato compiuto durante la celebrazione della messa in una chiesa del villaggio di Mbalom, nello stato di Benue.

Il commando era entrato in chiesa, si era diretto verso i due sacerdoti che celebravano e li hanno freddati. Poi hanno sparato sulla folla ad altezza d’uomo. Oltre ai morti ci sono stati una cinquantina di feriti.

La frequenza con la quale Boko Haram è tornata o colpire in Nigeria e il tipo di attacchi consentono di fare alcune valutazioni. La prima riguarda il luogo dell’attacco, in questo caso lo stato di Benue, molto più a sud del Borno, patria di Boko Haram. Anzi decisamente fuori zona dato che Benue è uno stato che rientra a grandi linee nel cosiddetto Biafra, Stato che a cinquanta anni dalla spaventosa “guerra del Biafra” chiede l’indipendenza. In secondo luogo la frequenza degli attacchi nel Borno fa pensare che Boko Haram, dopo avere perso il territorio del cosiddetto Stato Islamico, abbia però potuto riorganizzarsi e riprendere in grande stile la sua strategia terroristica. In terzo luogo questi due ultimi attentati sono stati compiuti contro delle Chiese. Boko Haram era iniziata così, con una serie di attacchi contro i cristiani. Da questo punto di vista si è tornati alle origini.

L’ultima constatazione è che evidentemente il governo federale e il suo esercito non sono state in grado di sconfiggere Boko Haram. Anzi.

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