Mali: massacro Moura, l’Onu denuncia ostacoli alle indagini

di claudia
soldati maliani

“Siamo estremamente preoccupati del fatto che le autorità maliane non abbiano ancora concesso agli investigatori delle Nazioni Unite per i diritti umani l’accesso al villaggio di Moura, nella regione centrale di Mopti, dove le forze armate maliane, accompagnate da personale militare straniero, avrebbero compiuto esecuzioni sommarie e molte altre gravi violazioni dei diritti umani durante un’operazione militare tre settimane fa”. E’ quanto si legge in un comunicato emesso ieri dall’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) per denunciare la mancata collaborazione delle autorità nella conduzione dell’indagine annunciata e avviata nei giorni scorsi dalla Missione Onu in Mali (Minusma)

Mentre il bilancio esatto delle vittime non è chiaro – viene ricordato nella nota – l’esercito del Mali ha detto di aver ucciso 203 combattenti di “gruppi terroristici armati” e arrestato 51 persone in un’operazione militare condotta “su larga scala” nella zona dal 23 al 31 marzo. Tuttavia, secondo diverse organizzazioni il numero delle vittime potrebbe essere superiore a 300 civili. Oltre alle presunte esecuzioni sommarie, le forze di difesa avrebbero anche violentato, saccheggiato e arbitrariamente arrestato e detenuto numerose persone durante l’operazione militare, tra cui molti civili.

L’Ohchr precisa anche che secondo una dichiarazione rilasciata il 6 aprile, le autorità di transizione del Mali hanno aperto un’indagine sugli incidenti di Moura presso il Tribunale militare di Mopti. Chiede quindi alle autorità di transizione di garantire che “questa inchiesta sia tempestiva, approfondita, indipendente e imparziale”. Nel documento viene sottolineata anche la necessità che le autorità di transizione forniscano un “accesso rapido, sicuro e senza ostacoli alla zona da parte degli investigatori della Minusma, che per prima ha cercato di accedere al luogo. “Un’indagine indipendente sul terreno è fondamentale, e il tempo è essenziale per garantire la responsabilità e una giustizia rapida ed efficace per le vittime”, secondo Ohchr.

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