Mali – Cissé contesta in anticipo i risultati del ballottaggio

di AFRICA

Ancor prima che vengano presentati i risultati ufficiali del secondo turno delle elezioni presidenziali che si è svolto domenica in Mali, il candidato dell’opposizione Soumaïla Cissé li ha già rigettati denunciando “brogli”. Lo ha annunciato ieri di fronte a una folla di suoi sostenitori del partito Union pour la république et la démocratie, esortandoli alla mobilitazione perché “non accetteremo la dittatura della frode” come riporta Jeune Afrique.

Come già avvenuto nel 2013 Cissé sta sfidando il presidente uscente Ibrahim Boubacar Keïta, dopo che al primo turno dello scorso 29 luglio quest’ultimo si è imposto con il 41,4% dei voti mentre Cissé ha raccolto il 17,78% dei consensi.

“Non faremo da agnello sacrificale – ha affermato Cissé, che ha poi aggiunto –. La responsabilità di ciò che accadrà nel paese è nelle mani del Presidente della repubblica uscente. Utilizzeremo tutti i metodi possibili per far si che venga stabilita la verità”.

Cissé ha inoltre affermato che il software con il quale la sua equipe stava effettuando la compilazione dei risultati sarebbe stato attaccato nella notte tra domenica e lunedì quando l’oppositore si sarebbe trovato in vantaggio con il 51,93% dei voti. Cissé sostiene che sei dei suoi analisti sarebbero stati arrestati e poi rilasciati e i loro telefono e computer sequestrati.

Nel campo della maggioranza di Keïta non ci sono state risposte alle accuse, “non meritano una risposta né una reazione” ha affermato il suo portavoce.

I risultati finali dovranno essere pubblicati nei prossimi giorni. Il ballottaggio di domenica sembra aver avuto una bassa partecipazione, si stima che solo il 27% dei votanti si sia recato alle urne contro il 43% del primo turno.

Il voto di domenica si è svolto dunque in un clima di indifferenza e sfiducia fra elettori. Più della metà vive al di sotto della soglia di povertà, nonostante una crescita economica superiore 5%, e tutti appaiono ormai stanchi e disillusi dopo sei anni di violenze. Violenze che ci sono state sia al primo che al secondo turno in cui sono stati segnalati diversi incidenti nel Nord e nel centro del paese, tra cui l’uccisione del presidente di un seggio elettorale nel villaggio di Arkodia a sud ovest di Timbuctu.

L’opposizione, Cissé compreso, già nei giorni scorsi ha denunciato brogli e irregolarità avvenuti nel primo scrutinio. Ben 17 dei candidati al primo turno hanno dichiarato che non avrebbero accettato il risultato e alcuni hanno presentato ricorsi presso la Corte Costituzionale. Sabato a Bamako è stata organizzata una marcia di protesta contro la “frode elettorale” del primo turno.

Il Mali è arrivato a queste elezioni in un momento assai complicato sul fronte della politica interna. Malgrado l’accordo di Algeri siglato nel 2015 mai attuato completamente, la pace e la sicurezza nel paese africano sono ancora lontane. Nemmeno la presenza dei caschi blu dell’Onu e dei militari francesi di Barkhane ha interrotto il susseguirsi degli attacchi terroristici nel nord del paese e in tutto il Sahel.

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