Libia – La tregua tra le milizie regge

di Enrico Casale
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«Relativa calma» a Tripoli viene segnalata dai media libici il giorno dopo l’accordo per un cessate il fuoco mediato dall’Onu con le milizie, che da oltre una settimana si sono scontrate nella capitale libica causando circa 60 di morti. Intanto, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu oggi tiene una riunione sulla Libia alle 21 italiane. E’ atteso un intervento dell’inviato Onu in Libia, Ghassan Salamè.

Inoltre, Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti lanciano un appello al rispetto del cessate il fuoco a «tutte le parti in causa» in Libia. In una nota congiunta si auspicano la protezione dei civili, la riconciliazione e la ripresa di un processo politico di pace a guida libica.

Tra 10 e 22 novembre, si dovrebbe svolgere la conferenza sulla Libia che sta mettendo a punto il governo italiano, si apprende da fonti qualificate, secondo cui la conferenza potrebbe tenersi in Sicilia – Sciacca è una delle ipotesi, ma si parla anche di una località vicino a Palermo – o a Roma.

Nel frattempo, l’Unhcr e il ministero dell’Interno libico hanno «organizzato il ricollocamento» in un «centro di detenzione più sicuro» di 800 migranti che erano in pericolo a causa degli scontri fra milizie a Tripoli in quello di Trik al Matar. Lo spostamento è stato segnalato all’Ansa da un messaggio di una fonte ufficiale della sezione libica dello stesso Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati.

Circa la fuga di centinaia di migranti africani dallo stesso centro nei pressi dell’aeroporto segnalata da fonti umanitarie, il testo non conferma né smentisce e si limita ad affermare che «siamo consapevoli delle informazioni secondo le quali rifugiati e migranti collocati al centro di detenzione di Trik Al Matar sono andati via dopo che gli scontri si sono allargati in prossimità del centro» stesso.

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