La travagliata storia della comunità ebraica in Eritrea

di AFRICA
la comunità ebraica in Eritrea

Settant’anni fa sull’altopiano eritreo vivevano centinaia di ebrei, scampati alle persecuzioni in Europa. Ma nel corso del tempo la sinagoga di Asmara si è svuotata. A pregare è rimasto solo un fedele…

testo di Enrico Casale – foto di Marco Mensa/Ethnos

la comunità ebraica in Eritrea

L’interno della sinagoga di Asmara

Ogni giorno varca il grande portone e, in silenzio, si mette a pregare. Ma in quel luogo non incontra solo Dio. Sulle panche vuote rivede uno ad uno, come in una sorta di Spoon River, amici, conoscenti e parenti. Ritrova la storia della sua comunità che, piano piano, è sparita. Lui si chiama Samuel (Sami) Cohen, ha 67 anni ed è l’ultimo ebreo di Asmara.

Gente in fuga

È l’erede di una storia che affonda le radici nella cacciata degli ebrei dai possedimenti spagnoli nel 1492. Un piccolo gruppo di loro, invece di fuggire in Marocco, si diresse verso Livorno e Ancona, dove esistevano comunità ebraiche. Da questi porti intrecciarono relazioni commerciali con la sponda meridionale del Mediterraneo. Poi sempre più a sud, fino ad Aden, nello Yemen. Qui, tra il XVII e il XVIII secolo, crearono una base commerciale. Un secolo dopo, a causa delle vessazioni subite dai dignitari musulmani, decisero di lasciare lo Yemen e di trasferirsi a Massaua, località strategica della neonata colonia italiana. Nel 1921 un terremoto rase al suolo la città.

Si rifugiarono ad Asmara, sull’altopiano, dove nel 1905 costruirono una sinagoga. Nel 1936, quando Mussolini lanciò l’offensiva contro l’Etiopia, arrivarono dall’Italia altri fedeli: erano commercianti, imprenditori e militari. Nel 1938, però, il fascismo decise di adottare le leggi razziali. Anche nella colonia iniziò a soffiare il vento della discriminazione.

La pace ritrovata

Samuel (Sami) Cohen, 67 anni, l’ultimo superstite della comunità ebraica eritrea

Samuel (Sami) Cohen, 67 anni, l’ultimo superstite della comunità ebraica eritrea

Nel 1941 l’Eritrea passò sotto il controllo britannico e la comunità si ingrandì ulteriormente grazie ai numerosi militari di religione ebraica presenti nelle file dell’esercito inglese. In quegli anni la sinagoga di Asmara si gonfiò di fedeli: oltre ottocento. Il numero iniziò a calare alla fine degli anni Quaranta, quando intere famiglie si trasferirono nel nuovo Stato di Israele.

Con l’avvento del regime comunista di Menghistu, gli ebrei di Asmara vennero nuovamente vessati e molte delle loro proprietà furono espropriate. Iniziò un esodo massiccio verso Israele, Usa, Canada, Gran Bretagna e Italia. «Della vecchia comunità – dice sconsolato Cohen – sono rimasto solo io. Prego tutti i giorni in sinagoga, a volte mi affiancano un paio di funzionari dell’ambasciata israeliana… In Eritrea le varie confessioni religiose convivono in pace. Chiese ortodosse, moschee, chiese cattoliche sono presenti nel centro di Asmara a poche centinaia di metri l’una dalle altre. Le relazioni tra i fedeli sono ottime. Che il Signore ci sia sempre vicino e mantenga questa pace e questa concordia nel tempo!». È l’ultima preghiera del custode della memoria di una storia secolare.

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