La Nuova Milano in un abito

di claudia

L’abito che vedete nella foto si chiama “Nuova Milano” ed è stato ideato da un gruppo di stilisti di Afro Fashion Week Milano (Afwm). Questa è un’associazione fondata nel 2015 da giovani di origini africane, che si è data il compito di usare moda, arte e design come “medium” per lo scambio culturale facendone degli strumenti innovativi per attivare un nuovo paradigma di sviluppo economico sostenibile.

di Stefania Ragusa

“Nuova Milano” ha trovato casa al Mudec, il milanese Museo delle Culture, all’interno della collezione permanente, che è stata recentemente ampliata e si è dotata di una sala dedicata appunto alla città globale e contemporanea e ai cosiddetti afrodiscendenti.

Michelle Francine Ngonmo, presidente e fondatrice di Afwm, è «convinta che unire le diversità culturali possa portare il Paese verso un nuovo Rinascimento». La moda è il linguaggio che lei e il suo gruppo hanno scelto per partecipare alla costruzione di questo presente differente. Si concretizza in un abito che interpreta lo scambio creativo e operativo tra culture che hanno molti punti di contatto e altrettante specificità. Nuova Milano di certo non è un outfit facile da indossare o che passi inosservato. È fatto di juta, un materiale resistente e portatore di una lunga storia. Si tratta di una fibra naturale usata nei mercati, sia in Africa sia altrove, per contenere i prodotti della terra. Umile e funzionale, viene nobilitata dal design, rivelandosi una stoffa naturale e sostenibile.

L’abito ha forma piramidale e, attraverso la sua composizione, racconta l’evoluzione di una Milano sempre più composita. Le sue fascine, che rappresentano le varie comunità, si legano insieme per dare vita a un unicum, una città sempre più coesa e cosmopolita: la nuova Milano.

Michelle Francine Ngonmo lo ha immaginato. Della sua realizzazione concreta si è occupato invece Jbt Fashion, uno studio stilistico creato da professionisti afro-italiani a Castelfranco Veneto in collaborazione con l’agenzia The Lab di Milano.

Foto: Carlotta Coppo, Mudec Milano

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