La Costituzione più antica del mondo

di Marco Trovato

La storia dell’Africa rivela inaspettate sorprese. Il Regno del Mali, che risale al xiii secolo, produsse la Costituzione più antica del mondo: la Carta di Mandé (o di Kouroukan Fouga), sconosciuta ai più.

di Angelo Ferrari

Fu redatta da Soundiata Keïta, fondatore dell’impero del Mali, con cui iniziò il medioevo africano. Fu questo saggio imperatore a istituire un corpo di leggi che, ispirandosi ai valori tradizionali, regolamentavano la vita comunitaria, organizzano la coesistenza tra il potere e i cittadini, tra gli individui e la società, i rapporti tra le generazioni. E istituivano per la prima volta nella storia dell’umanità le libertà inviolabili degli individui.

L’incipit? Straordinario: «Lo spirito dell’uomo vive grazie a tre cose: vedere ciò che ha voglia di vedere, dire ciò che ha voglia di dire, fare ciò che ha voglia di fare, perciò ora ciascuno risponde della sua persona, è libero nei suoi atti, nel rispetto delle leggi del suo paese». La Carta di Mandé, promulgata nel 1236, fu tramandata oralmente per secoli dai Malinké, gruppo iniziatico di cacciatori, e dai griot, i cantastorie dell’Africa occidentale. Negli anni Sessanta del Novecento lo storico maliano Youssouf Tata Cissé la mise su carta, e nel 2009 l’Unesco la inserì (con parecchi errori) nel patrimonio culturale intangibile dell’umanità. In Italia è quasi sconosciuta.

Ecco qualche articolo tratto dai quarantaquattro capitoli che compongono la Carta: «Ogni individuo ha diritto alla vita. Una vita non è superiore a un’altra. Il rispetto per gli altri è la regola e la tolleranza deve essere il principio»… «Non umiliare il nemico, perché così facendo saresti considerato codardo»… «L’educazione dei giovani spetta all’intera società. Ognuno deve prendersi cura dei figli e correggerli». Sulla donna: «Nessuno offenda la donna, che sono le nostre madri»… «Il divorzio è legale e viene concesso su richiesta di uno dei coniugi, per alcuni motivi precisi: la follia di uno dei due coniugi, l’incapacità del marito di assumere i propri obblighi (procurare adeguato sostentamento), il mancato adempimento degli obblighi coniugali e il mancato rispetto dei suoceri». Sulla schiavitù: «Nessuno imbavaglierà un suo simile per venderlo. L’esistenza della schiavitù si estingue in questo giorno». E infine: «Chiunque violi queste regole sarà punito»… «Ognuno è responsabile di garantire il rispetto della legge». Un corpo di leggi rivoluzionarie per l’epoca, e illuminanti ancora oggi.

Questo articolo è uscito sul numero 3/2021 della rivista. Per acquistare una copia, clicca qui, o visita l’e-shop.

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