La Cascina Casottello ha bisogno di noi

di Stefania Ragusa


Corvetto è un pezzo di periferia milanese. Non meno brutta di tante altre che lambiscono le zone fortunate della città, quelle attraenti, comode, pulite. Ingiustamente elitarie, a molti inaccessibili per via del costo della vita. Come tanti altri quartieri ai margini della città, Corvetto scarseggia nei servizi, ha molte inefficienze, una buona dose di degrado e soffre della mancanza di luoghi dove poter stare insieme, vedere cose belle, ascoltare buona musica. Respirare un po’ di poesia. Per quello ci si deve spostare con i mezzi di superficie o la metropolitana e fare un bel po’ di fermate. Almeno era così fino a pochi mesi fa. Perché dall’aprile scorso il quartiere ha un suo luogo di aggregazione.

La Cascina Casottello, centro internazionale di quartiere, è diventato in poco tempo un esempio virtuoso di scambio e di integrazione, guidato da un mix di persone, molte delle quali arrivano da lontano. È un posto dove si parlano (e si fondono armoniosamente) linguaggi diversi e dove l’arte (dai tanti volti) fa da filo conduttore. Qui ha portato la sua sede l’associazione socio-culturale Sunugal, che da oltre vent’anni si occupa di co-sviluppo in Senegal e di cultura e intercultura in Italia. Le sue attività si sono trasferite qui da un posto decisamente meno decentrato, la Fabbrica del Vapore, vicino al Monumentale. È successo dopo aver vinto, in collaborazione con la cooperativa sociale Fate Artigiane, un bando del Comune di Milano e aver ottenuto in concessione per 15 anni l’ex cascina rurale. Rivoltati come un calzino i vecchi locali semi fatiscenti con lavori di ristrutturazione che sono durati un anno, grazie anche al contributo di Cariplo e Otto per mille Chiesa Valdese, Cascina Casottello ha aperto le sue porte al quartiere (e alla città) con un fittissimo calendario di iniziative. In poco tempo il concept è diventato un punto di riferimento per gli abitanti di Corvetto, ma non solo. Un centro di aggregazione per tutte le età, che accoglie gruppi scolastici, fa divertire i più piccoli, offre ad amici e famiglie uno spazio per organizzare grigliate all’aperto, oltre ad attività intellettuali, artistiche e culturali di interesse per la collettività. È una fucina di energie creative sempre in fermento, che parla la lingua dell’arte, universale a ogni latitudine.

In “Cascina”, così ormai la chiamano in moltissimi, ci si ritrova per bere un caffè o prendere l’aperitivo. Per dialogare. Per ascoltare ottima musica, guardare una mostra, conoscere autori di libri, fare il pane con i bambini. E, ancora, assistere ai racconti-spettacolo dei griot-cantastorie che narrano fiabe africane e non solo, scoprire libri attraverso la voce degli autori, insegnare e imparare l’italiano. Conoscersi anche a tavola, condividendo ottimo cibo, protagonista di una cucina fusion, che mixa le culture gastronomiche dell’Italia, del Senegal e di tante altre parti del mondo, in linea con l’internazionalità del luogo. Cascina Casottello per passione e volontà dei suoi gestori e del numeroso gruppo di volontari che li supporta è diventata una piazza, un’agorà, che ha portato vita nel quartiere e lo ha illuminato con nuovi colori. Complice una programmazione di concerti di qualità che spazia tra i generi e declina l’integrazione con un pentagramma globale: dalle percussioni africane al jazz, dai ritmi sudamericani a jam session di artisti emergenti. A Cascina Casottello si sono esibiti musicisti italiani e stranieri di fama internazionale come Lauren Henderson, cantante e compositrice newyorkese in corsa per il Grammy con l’ultimo album, Armame. Insomma, questo luogo si è rivelato un esempio felice del saper fare. Ma non sono tutte rose e fiori.

La Sala Polivalente della Cascina ha infatti urgente bisogno di lavori di insonorizzazione acustica, e questi devono essere ultimati entro il prossimo mese di febbraio. Non si tratta di un termine simbolico, ma di una conditio sine qua non per continuare a fare musica e teatro. Per raccogliere i fondi necessari (28 mila euro), ha appena preso il via la campagna di crowdfunding, SuonoLiberaTutti! (www.produzionidalbasso.com/project/suonoliberatutti/). L’offerta è libera, ma ci sono anche quote prestabilite, collegate a dei premi: 25 euro (libro fotografico di Giulia Tabacco, Un viaggio color Senegal), 40 euro (abbonamento digitale annuale alla rivista Africa), 50 euro (box delle meraviglie: una confezione che contiene sorprese di artigianato africano), 100 euro (laboratorio di cucina Saperi e Sapori in Cascina), 150 euro (un soggiorno weekend nell’ala residenza d’artista di Cascina Casottello), 500 euro (affitto della Sala Musica per eventi privati).

A chi non può donare Cascina Casottello chiede comunque aiuto nel diffondere la campagna, condividendola sui social, e tra familiari, amici e conoscenti. Il passaparola è come la musica: unisce e funziona! Per tutti, a Milano e oltre, in tempi difficili di forte individualismo è un’occasione per solidarizzare e (premiare) chi, invece di lamentarsi, si è rimboccato le maniche e semplicemente fa, dando il proprio contributo allo sviluppo sociale e culturale non solo di un luogo, ma della città.    

Per partecipare al fundraising
Conto corrente, Beneficiario: Associazione Socio-Culturale Sunugal – Istituto bancario: Banca Prossima – Codice IBAN: IT91W0335901600100000079458 Codice BIC: BCITITMX – Causale “Sostegno alla campagna SuonoLiberaTutti – Cascina Casottello”

Chiara Corridori e Olivier Elouti

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