Kenya – Volontaria italiana, il cerchio si stringe sui rapitori

di Enrico Casale
Silvia Costanza Romano

Si attende un segnale. L’esca lanciata dalla polizia kenyana, con la diffusione dei nomi dei sospetti, è caduta nella foresta che nasconde Silvia Costanza Romano. Sappiamo chi siete, è il messaggio, vi conviene trattare. Gli uomini della task-force inviata da Nairobi e da Mombasa tengono una riunione lontana dagli occhi di tutti: niente caserme o posti di polizia, il tavolo di lavoro è nella sala congressi d’un albergo sulla costa di Malindi. Mappe, radio, il coordinamento d’un paio d’elicotteri e d’un drone.

È da qui che si coordinano le ultime operazioni, l’area di ricerca è stata cerchiata. «La fase è molto delicata», continuano a ripetere gli investigatori: se un canale di negoziato si sia aperto, nessuno lo vuole confermare, ma qualcuno fa capire che ci sono degli interlocutori. Intanto, la polizia kenyana ha arrestato la moglie di uno dei tre sospetti rapitori, ed anche il suocero. Bernard Lemparamarai, coordinatore della regione costiera, ha riferito che la donna, di nome Elima, moglie di Said Adan Abdi, è stata fermata nel villaggio di Tarasaa a Garsen, nella contea di Tana River, dopo essere stata intercettata al telefono con il marito: «Interrogheremo i due per ottenere maggiori informazioni sull’ubicazione» della ragazza rapita «e sulle sue condizioni».

Si vuole fare presto, chiudere il dossier e spegnere i riflettori su un reato comune, così è stato classificato, che preoccupa per i suoi riflessi lontano dal Kenya: non ci sono pericoli evidenti per i turisti sulla costa, tanto che s’evita ogni segno di militarizzazione e nelle spiagge la sorveglianza è quella discreta e ordinaria, ma certo tanta attenzione mediatica comincia a pesare. La raccomandazione è d’evitare un nuovo caso Tebbutt. Ovvero i sei mesi di prigionia che nel 2011 costarono un crollo d’immagine e un tremendo choc all’inglese Judith Tebbutt, dopo l’assassinio del marito e il rapimento nell’isola di Kiwayu: quello fu terrorismo vero, molto diverso dall’azione che ha colpito oggi Silvia, e costrinse il governo kenyano a muovere l’esercito in Somalia per tamponare le incursioni di Al Shabaab.

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