Il sogno di Ismail, il giovane migrante gambiano che è diventato modello

di claudia

di Claudia Volonterio

Ismail Drammeh è nato ventiquattro anni fa a Mabally Koto, un villaggio tra i più poveri del Gambia. Oggi è un modello con una carriera in ascesa, tanto da calcare le passerelle di uno dei marchi più celebri dell’alta moda italiana, Armani. Drammeh ha cambiato il suo destino scappando un giorno da casa, a soli quindici anni, affrontando i pericoli e le sofferenze di un viaggio che non per tutti ha un lieto fine. Drammeh ce l’ha fatta e oggi continua a studiare e a sognare in grande

Bellezza, determinazione, coraggio e nel cuore una storia che non dimentica: Ismail, ventiquattrenne gambiano, oggi vive a Milano, città che ha fatto fiorire la sua carriera di modello. Mai avrebbe immaginato di arrivare dove è oggi e di vivere un sogno come quello dell’alta moda. “Sono scappato che non avevo nulla con me. In Senegal ho lavorato per tre mesi, sempre per guadagnarmi quanto mi serviva in previsione dell’altra tappa del viaggio. In Libia pensavo sarei rimasto di più, ma c’era la guerra e sono finito in carcere tre volte” ha raccontato al Corriere della Sera.

Senegal, Mali, Burkina Faso, Nigeria, Libia: cinque gli Stati che il giovane modello ha dovuto attraversare e non avendo alcuna disponibilità economica l’ha dovuto fare per la maggior parte a piedi, con la sola forza delle sue gambe.

In ogni fase del suo viaggio Ismail si fermava e cercava lavoro. Ha provato di tutto, dal lavoro nei campi allo carico merci, ma non sempre è stato pagato. Solo dopo molti mesi, arrivato in Niger, ha potuto chiamare sua madre. “Ha pensato che fossi morto” ha raccontato il giovane a Infomigrants.

In Libia ha subito la prigionia, oltre a una ferita sulla gamba di cui porta ancora la cicatrice. “A Tripoli, ho subito iniziato a cercare una barca. Ho conosciuto due persone, che mi hanno portato in campagna a lavorare nei campi. Ho lavorato duro tutto il giorno, poi mi hanno buttato in prigione. Sono riuscito a scappare ma mi hanno catturato. Mentre mi trascinavano in prigione, un ragazzo in divisa – direi che aveva al massimo 11 anni – mi ha pugnalato una gamba con un coltello. Non mi è stato dato alcun tipo di trattamento. Ho dovuto coprirmi la gamba con la sabbia per farla smettere di sanguinare”, prosegue il suo racconto Ismail. Dopo una traversata in mare, stipato con un centinaio di persone è sbarcato in Sicilia.

Come minore non accompagnato è stato accolto dalla Comunità Alloggio Casa di Ina, a Termini Imerese, nel comune di Palermo. Ha intrapreso un percorso di studi, riuscendo ad ottenere la licenza media, studiando anche per imparare l’italiano. Formandosi in in seguito nel settore alberghiero e dell’ospitalità, mai avrebbe immaginato che il suo futuro sarebbe stata la moda. Ma è bastato un primo contatto con un’agenzia tramite un’amica e tutto è cambiato. Ha cominciato a sfilare nelle passerelle siciliane e oggi i grandi marchi internazionali si contendono Ismail, che sogna di continuare a lavorare nella moda, ma non nasconde la sua voglia di fare anche altro e di non abbandonare la passione per la cucina, magari facendo entrambe le cose.

“Non avevo nulla con me quando sono scappato dal mio Paese d’origine, ora faccio il modello. Non smettete mai di sognare” chiosa Ismail in un’intervista su The Black Post.

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