Il sentimento antifrancese visto dal giornalista Glaser

di claudia
soldati francesi in mali

“La Francia non ha visto l’Africa diventare globale. L’immagine anacronistica dei soldati francesi nel Sahel che alla fine ha dato pochi risultati, data la complessità e la molteplicità delle sfide da affrontare in termini di sicurezza, ma anche in termini di economia e governance, ha contribuito a offuscare l’immagine della Francia”: così il giornalista francese Antoine Glaser, specialista di questioni africane, analizza le ragioni principali dell’aumento del sentimento antifrancese in Africa. Lo fa in un’intervista a La Tribune Afrique, a margine della visita del presidente Emmanuel Macron in quattro Paesi africani (Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Angola).

La colonizzazione francese  – ritiene Glaser, paragonandola ad esempio a quella britannica – era “molto più assimilazionista. Quando una locusta stridula nel Sahel, si ha sempre l’impressione che la Francia debba intervenire. C’è ora un ritorno boomerang che sembra anacronistico, perché alla fine la forza militare è servita da copertura a una presenza diseredata, visto che la Francia non ha più impulsi economici sufficienti per fare da contrappeso ai nuovi attori”.

Lo specialista crede che “la Francia abbia voluto mantenere una forma di leadership occidentale in Africa e che oggi ne stia pagando il prezzo”. “Fu la Francia – ricorda- a trascinare i suoi partner inglesi e americani nella guerra in Libia. Barack Obama pensa che sia stato il suo principale errore…”. Glaser cita anche l’esempio degli interventi in Costa d’Avorio che sono stati realizzati sotto la bandiera delle Nazioni Unite su iniziativa della Francia.

“Oggi i giovani africani vogliono riconquistare la loro sovranità e affermarsi contro la Francia. Spesso viene prestata molta più importanza alla Francia di quanta ne abbia in realtà. Questa situazione non doveva dispiacere ai partner della Francia, perché mentre lui svolgeva il ruolo di poliziotto d’Africa, gli altri facevano affari…”

Riferendosi al tour del presidente francese, Antoine Glaser sottolinea l’espressione del cambio di rotta nel suo discorso, e prevede che si dedicherà certamente alle società civili, “ma gli autocrati cercheranno di trarne il massimo (…) Tutto il lavoro è stato fatto dall’Eliseo prima di questo viaggio. Ci sono ancora 350 soldati di base a Libreville e per i giovani africani, non è l’Europa che sta arrivando in Gabon, ma Emmanuel Macron che si reca a Libreville per la prima volta da quando è stato eletto, e questo, durante il periodo della campagna pre-elettorale”.

Antoine Glaser, fondatore di La Lettre du Continent, è un consulente rinomato dei grandi media, soprattutto francesi, sull’attualità africana.

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