Il Senegal che fece impazzire il mondo

di AFRICA

La favola calcistica del Senegal comincia alle 20.30 del 31 maggio 2002, “World Cup Stadium” di Seul, Corea del Sud. Partita inaugurale della 17esima edizione dei campionati mondiali di calcio. La nazionale africana, al suo debutto in un campionato del mondo, ha di fronte la Francia, detentrice del titolo.

Non c’è storia

I pronostici sono tutti per la formazione transalpina, una squadra forte fisicamente, tecnica, esperta, guidata da Zinedine Zidane, talento di origini algerine, uno dei più forti calciatori degli ultimi 25 anni, un artista del pallone. Ma stasera Zinedine non è in campo. Siede in panchina, infortunato. Insieme a lui, con le altre riseve, c’è anche Djibril Cissé, formidabile attaccante del Liverpool di origini ivoriane. Gli attaccanti che mister Roger Lemerre ha scelto per la partita saranno David Trezeguet, implacabile cecchino della Juventus e capocannoniere del campionato italiano, e Thierry Henry, altro fuoriclasse, attaccante dell’Arsenal, a sua volta capocannoniere del campionato inglese. Come se non bastasse nella formazione di partenza ci sono fra gli altri i fortissimi difensori Thuram e Lebœuf, a centrocampo gli instancabili Desailly e Vieira, altri due grandi giocatori, entrambi di origine africana (rispettivamente Ghana e Senegal).

Fischio d’inizio

I 67mila spettatori allo stadio e tutti coloro che sono davanti alla televisione non hanno dubbi: nessuno scampo per il Senegal. La squadra è alla sua prima apparizione a un Mondiale ed è guidata dal francese Bruno Metsu, un allenatore che pare uscire dritto dritto da un racconto di Hugo Pratt. Il Corto Maltese degli allenatori. Stesso amore per l’avventura. Ex giocatore dell’Anderlecht, dopo essersi sposato con una musulmana si è convertito all’Islam, facendosi chiamare Abdoul Karim. La rosa della squadra – i cosiddetti “Leoni della Teranga” (teranga in wolof vuol dire “ospitalità”) – è composta da giocatori che militano soprattutto nel campionato francese e non sono celebrati come i tanti campioni di quel Mondiale. Non dovrebbe esserci storia, insomma. L’arbitro Ali Bujsam fischia e la partita ha inizio.

Colpo di scena

Il Senegal dimostra subito di essere all’altezza della bella maglia che ha addosso, bianca con risvolti gialli, rossi e verdi. Nessuna paura, nessun timore, ribatte colpo su colpo. Fisicamente poi quasi non c’è partita. I senegalesi sembrano molto più freschi e in forma degli avversari. La Francia risente sicuramente dell’assenza di Zidane, il suo uomo-squadra, ma appare sicura comunque di poter prima o poi chiudere la pratica. Al gol va vicino Trezeguet al 22esimo del primo tempo, ma il tiro dell’attaccante si stampa sul palo alla sinistra dello scattante Tony Sylva, portiere del Monaco. Sulla destra Coly, un agilissimo armadio con le ruote, giocatore del Lens e poi anche di Parma e Perugia, ara la fascia con le sue discese, ma è soprattutto l’esterno El Hadji Diouf a creare problemi alla difesa dei campioni del mondo. L’attaccante, miglior giocatore africano 2001 e 2002, è una saponetta imprendibile, sguscia da tutte le parti, e al 30esimo si inventa un dribbling sulla sinistra, si invola verso il fondo e mette in mezzo un pallone sul quale si avventa il centrocampista Papa Bouba Diop, suo compagno di squadra sempre nel Lens, che approfitta di un rimpallo fra il portiere Barthez e un difensore francese per mettere da terra il pallone in rete.

Un percorso formidabile

La corsa verso l’autore del gol e il balletto d’esultanza di tutta la squadra senegalese vicino alla bandierina del calcio d’angolo conquista tifosi e simpatia in tutte le parti del mondo, con la rapidità di un battito di ciglia. 1 a 0 Senegal, calcio champagne africano: sarà un caso, pensano molti, ora la Francia la raddrizza e finirà per vincerla. E invece no. Sylva continua a parare tutto, sembra avere una calamita nelle mani e delle molle sotto i piedi. Non si passa. Entra pure Cissé, ma il risultato non cambia. La Francia spinge, Henry va vicino al pari con una splendida pennellata che però finisce all’incrocio dei pali. E una traversa la prenderà pure il Senegal, sempre con Bouba Diop, dopo un veloce e poderoso contropiede. La festa si scatena al triplice fischio di chiusura dell’arbitro. La gioia è incontrollata. Sul campo verde si vedono maglie bianchissime correre all’impazzata, sulle tribune i tifosi senegalesi sorridono, felici e increduli. Il Senegal ha battuto la Francia. Debuttanti contro campioni, 1 a 0. La fortuna del principiante, pensano in molti. Invece no. Il Senegal continua a macinare gioco e punti, conquista tifosi e diventa un appuntamento televisivo fisso un po’ per tutti: «Stasera gioca il Senegal». La squadra di Metsu sembra un po’ la leggendaria Olanda di Johann Cruyff del 1974. Non si capisce bene da quale pianeta sia arrivata una squadra del genere e come faccia a giocare un calcio così scintillante, spensierato, divertente. Moderno. Gioca bene e fa sognare. È tecnica, veloce e in molti cominciano a darla addirittura come favorita per la vittoria finale. Pareggia le due successive partite del girone: con la Danimarca, 1-1 con gol del centrocampista Salif Diao, e con l’Uruguay, 3-3, dopo essere stata in vantaggio 3-0, con la doppietta del Neeskens senegalese Bouba Diop e il gol di Khalilou Fadiga, centrocampista dell’Auxerre che nel 2003 sarebbe poi approdato all’Inter. La stella di El Hadji Diouf si impone intanto come una delle più brillanti di tutta la competizione e non è un caso se alla fine del Mondiale il Liverpool lo acquisterà dal Lens per una cifra intorno ai dieci milioni di sterline. Una doppietta di Camara, allora attaccante del Sedan, spalanca la porta ai quarti di finale per la squadra di Metsu, che agli ottavi sconfigge 2 a 1, grazie a un golden goal, la Svezia, arrivata fin lì dopo aver conquistato il primo posto nel girone di ferro che comprendeva anche Argentina, Inghilterra e Nigeria.

Comunque nella leggenda

A infrangere il sogno è un altro golden goal, quello che Ilhan Mansiz, attaccante turco divenuto poi pattinatore, segnerà al 94esimo minuto del quarto di finale Turchia-Senegal. Finito il mondiale, finito il sogno, proprio come l’Olanda di Cruyff, una squadra formidabile, avanti anni luce, che il Mondiale non lo ha mai vinto. Ci sono delle cose che però possono rimanere nel cuore e negli occhi quasi più di una coppa alzata. Il Mondiale del 2002 sarà per sempre quello del Brasile vincitore e del Fenomeno Ronaldo, tornato in campo dopo un terribile infortunio al ginocchio, ma anche quello della favola del Senegal. Per sempre rimarranno l’argento vivo di quella squadra, l’esordio vincente contro i campioni del mondo e le tante testimonianze d’affetto che ancora oggi nei commenti agli highlights di Francia-Senegal del 2002, su Youtube, arrivano come se piovesse da Congo, Sudafrica, Algeria, Kenya, Camerun: siete stati l’orgoglio di un continente. «Les lions ont honoré toute l’Afrique».

(Stefano Milioni)

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