Il Centrafrica digitalizza le vendite dei terreni

di claudia

di Valentina Milani

 L’Assemblea nazionale della Repubblica Centrafricana ha approvato un disegno di legge sulla “tokenizzazione” delle risorse naturali, che consente di vendere online i titoli digitali di proprietà dei terreni. Per le autorità, l’obiettivo è quello di valorizzare le risorse del Paese e facilitarne lo sfruttamento, combattendo al contempo la corruzione. L’opposizione, invece, denuncia l’adozione forzata di un progetto di legge irrealistico.

Risorse forestali, minerarie, agricole e petrolifere del Centrafrica: il potenziale del Paese è immenso ma non è mai stato sfruttato. Il governo spera quindi di attirare gli investitori facilitando l’acquisizione di titoli di proprietà garantiti dalla tecnologia “blockchain”. Questo avrebbe anche il vantaggio di far risparmiare denaro all’amministrazione e di combattere la corruzione.

Come riporta Radio France Internationale (Rfi), per le autorità, la “tokenizzazione” è il seguito logico della legge sulle criptovalute dell’aprile 2022 e il mezzo per rilanciare l’uso di Bitcoin e Sangocoin, il cui lancio è stato un fallimento. La piattaforma Sango consentirà di creare online una società di diritto centrafricano in grado di acquisire titoli di proprietà digitali sui terreni.

Il ministro delle Miniere Rufin Benam Beltoungou si è detto certo che il testo sia conforme alle regole comuni della Cemac e che questo “esperimento pionieristico” consentirà ai Paesi vicini di esprimersi sull’argomento.

I deputati dell’opposizione della commissione mista che boicottano la sessione plenaria. Anicet-Georges Dologuélé, Martin Ziguélé e Rachel Ngakola hanno denunciato una legge esaminata in meno di una settimana e votata l’ultimo giorno della sessione ordinaria dell’Assemblea: ai deputati è stato chiesto “di votare un testo che non avranno avuto il tempo di leggere, anche se si tratta di una legge che mira a rivoluzionare completamente l’organizzazione dell’economia del nostro Paese”, hanno scritto nelle loro riserve. Sospettano di fatto che il governo di “organizzare la svendita delle risorse naturali alla malavita mondiale”, mentre la priorità dovrebbe essere, a loro avviso, “migliorare i mezzi di controllo per consentire una migliore acquisizione delle risorse derivanti da questi settori economici”.

L’economia della Repubblica Centrafricana, uno dei Paesi più poveri del mondo, è stata devastata da anni di guerra civile. Inoltre, secondo le Nazioni Unite, un abitante su dieci ha accesso all’elettricità e a Internet e vive di aiuti internazionali a pioggia. Il Paese è stato il secondo, dopo El Salvador, ad adottare le criptovalute come moneta di riferimento e ha suscitato commenti di scherno ma soprattutto preoccupazione da parte delle organizzazioni regionali, africane e internazionali. 

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