Guinea Equatoriale: elezioni imminenti, decine gli arresti

di claudia
guinea equatoriale

L’avvicinarsi delle elezioni in Guinea Equatoriale, previste il prossimo mese, è funestato come da tradizione del paese del Golfo di Guinea da arresti arbitrari, oppositori messi a tacere, sparizioni forzate e una generale repressione di ogni tipo di dissenso.

Ieri il vicepresidente del Paese, Teodoro Nguema Obiang, figlio del presidente, ha annunciato su Twitter che il leader del partito di opposizione Cittadini per l’innovazione (Ci, il principale e pressocché unico partito critico con il potere del clan Obiang, esercitato da oltre 40 anni dal capo dello stato) si trova in carcere accusato di terrorismo. Il partito è stato dichiarato illegale da una sentenza del 2018. Sempre ieri il governo di Malabo, con una nota, ha reso noto che più di 50 attivisti e sostenitori di Ci sono detenuti da una settimana e dovranno rendere delle dichiarazioni ai magistrati che valuteranno la loro posizione.

Il segretario generale del ministero della Sicurezza, Santiago Edu Asama Nchama, ha detto ieri all’emittente statale Tvge che “53 o 55” persone sono ancora in detenzione. Le forze di sicurezza hanno assediato, lo scorso 25 settembre, il quartier generale dell’Ic a Malabo, facendo infine irruzione nei locali e arrestando chiunque fosse all’interno. Durante questa operazione, la polizia ha usato gas lacrimogeni e almeno un agente è rimasto ucciso “da colpi di arma da fuoco sparati da un sostenitore” di Nsé Obiang, mentre altri sedici persone sono rimaste ferite, secondo la televisione di Stato. Una versione dei fatti che tuttavia è inverificabile in modo indipendente: l’Ic ha denunciato la morte di quattro civili durante il blitz, specificando che non sarebbero stati colpiti dai lacrimogeni ma da proiettili veri sparati dagli agenti.

Gli arrestati, tra i quali diversi feriti, sono stati portati in carcere e non sarebbero state loro garantite le cure necessarie. In realtà non è nemmeno chiaro quanti siano gli attivisti attualmente detenuti: secondo fonti di InfoAfrica questi potrebbero essere anche il doppio. Secondo Arístides José Edjang , presidente del Consiglio per l’economia e la trasparenza del partito citato dall’agenzia spagnola Efe, circa 300 persone erano nell’edificio al momento del blitz della polizia e sarebbero state tutte arrestate. Lo stesso Edjiang ha detto di stimare che più di 100 persone siano state rilasciate nella notte tra lunedì e martedì scorsi.

A questi arresti vanno sommate inoltre le decine di giovani arrestati nell’ambito dell’Operazione pulizia, annunciata a fine estate dalla vicepresidenza, ufficialmente per porre un freno al fenomeno delle bande giovanili ma, apparentemente, per mettere a tacere ogni possibile voce di dissenso in vista delle elezioni presidenziali imminenti.

Secondo il vicepresidente Nguema, che è anche ministro della Difesa incaricato della sicurezza antiterrorismo, all’interno dei locali dell’Ci sarebbero state trovate armi da fuoco e munizioni ma non sono state fornite prove, neppure fotografiche, a sostegno di questa denuncia. Tali accuse sono state respinte in blocco dall’esecutivo nazionale del Ci.

Nelle ultime elezioni presidenziali, tenutesi nel 2016, l’80enne Teodoro Obiang è stato rieletto con poco più del 95% dei voti. Un risultato segnato dalle accuse di frode da parte dell’opposizione e della comunità internazionale. Nelle elezioni del prossimo novembre Obiang è nuovamente candidato presidente, vittoria che probabilmente otterrà per il suo sesto mandato. Obiang governa il Paese dal 1979. 

Condividi

Altre letture correlate: