Etiopia: Tigray, il nodo dei territori contesi

di AFRICA
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di Enrico Casale

Le autorità della regione etiope di Amhara, in una nota, hanno accolto con favore l’accordo di cessate il fuoco tra le forze del vicino Tigray e il governo federale, ma non hanno fatto menzione dei territori occupati dalle loro milizie nei due anni di guerra.

I combattenti di Amhara sono entrati nel Tigray occidentale nel novembre 2020 a sostegno delle truppe federali e hanno preso il controllo di una fascia di territorio sostenendo che fosse storicamente loro. I leader tigrini affermano invece che l’area è stata a lungo occupata da membri di entrambi i gruppi etnici.

La violenza etnica scatenata nel corso della guerra, comprese le uccisioni di massa da entrambe le parti, ha minacciato l’unità dell’Etiopia, la seconda nazione più popolosa dell’Africa. In questo contesto, il modo in cui verrà risolta la lunga disputa territoriale tra Amhara e Tigray, è una questione chiave che gli osservatori temono possa impedire il progresso verso una pace permanente.

Al momento nessuna delle questioni territoriali è stata affrontata nell’intesa firmata mercoledì scorso, sebbene entrambe le parti si siano impegnate “a risolvere i problemi delle aree contese” in conformità con la Costituzione dell’Etiopia.

Nella nota pubblicata ieri del suo ufficio di comunicazione, l’amministrazione regionale di Amhara ha affermato di essere “pronta ad adempiere alle proprie responsabilità in modo che l’attuazione dell’accordo di pace raggiunga l’obiettivo prefissato di portare la pace”. Ha definito l’accordo “una pietra miliare per la rinascita” che aiuterebbe “a costruire unità e valori comuni al di là dell’odio e della vendetta”, riferendosi ad Amhara e Tigray.

La dichiarazione non parla però del futuro del Tigray occidentale, una regione pari a circa un quarto del Tigray, che i leader di Amhara hanno affermato, nel corso della guerra, di voler annettere.

La guerra ha contrapposto le milizie del fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) e le forze armate federali fedeli al governo del primo ministro Abiy Ahmed. La nomina di Abiy nel 2018 ha posto fine a quasi tre decenni di dominio del Tplf sulla coalizione di governo in Etiopia. Il Tplf ha accusato Abiy di voler porre fine al sistema di governo federale a base etnica del Paese. Abiy ha ribattuto dicendo che il Tplf ambisce a gestire nuovamente il potere nazionale.

Il governo etiope, i comandanti militari e i rappresentanti del Tigray si incontreranno martedì prossimo a Nairobi per un nuovo ciclo di colloqui mediati dall’Unione africana per discutere come avviare l’attuazione del cessate il fuoco. L’obiettivo è il disarmo, il ritorno degli aiuti nel Tigray e il monitoraggio e la verifica dei progressi fatti. 

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