Etiopia: attacco in Oromia, anche minori tra le vittime

di Valentina Milani

Dettagli raccapriccianti circa il raid che, effettuato da uomini armati nella tarda serata di martedì, ha portato alla morte di 30 persone in un villaggio nell’Ovest dell’Oromia, sono stati riferiti alla Bbc dai sopravvissuti all’attacco.

Un uomo, padre di sette figli, ha detto – riferisce Bbc – che lui e la sua famiglia sono fuggiti in un cespuglio quando hanno sentito una pesante sparatoria precisando che uomini armati hanno preso d’assalto il loro villaggio mentre si stavano preparando per andare a letto intorno alle 20:00 ora locale. L’uomo ha riferito a Bbc di essersi nascosto con i famigliari nella boscaglia per la notte per poi uscire la mattina dopo e trovare i corpi delle vittime, compresi quello di una madre con i suoi due bambini – di circa uno e due anni – distesi sopra di lei. Il sopravvissuto ha spiegato a Bbc che oltre ai morti, 18 abitanti del villaggio sono stati feriti nell’attacco e sono stati curati in ospedale.

Un altro uomo – un padre di quattro figli – ha detto a Bbc che 30 persone, tutte di etnia Amhara, sono state uccise dopo essere state trascinate fuori dalle loro case per partecipare a quello che gli uomini armati hanno chiamato un “incontro”. “Ho partecipato al loro funerale. Sono stati sepolti in una fossa comune”, ha detto il sopravvissuto, aggiungendo che i feriti sono in gravi condizioni in ospedale.

Secondo i funzionari regionali, interpellati dai media internazionali, dietro questi attacchi potrebbe esserci l’Olf Shane, un gruppo che già in passato ha organizzati azioni simili. Tuttavia, i leader del gruppo non hanno rivendicato l’azione.

Olf Shane è un gruppo scissionista dell’Oromo Liberation Front (Olf), un partito di opposizione per anni in esilio ma autorizzato a tornare in Etiopia dal primo ministro Abiy Ahmed. I leader dell’Olf Shane sostengono di combattere per i diritti degli oromo, il più grande gruppo etnico del Paese. 

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