Egitto, fermata in aeroporto l’avvocata e attivista Mahienour el Massry

di claudia
Mahienour el Massry

L’avvocata ed attivista egiziana Mahienour el Massry é stata bloccata dalle autorità aeroportuali egiziane venerdì pomeriggio mentre stava per imbarcarsi su un volo per Venezia, dove avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia per l’assegnazione del Premio Aurora per il risveglio dell’umanità 2022, per il quale era finalista. Lo apprendiamo da fonti dirette.

A El Massry, pluripremiata per la sua attività di avvocata ed attivista in difesa dei diritti umani, molto nota in Egitto come voce critica nei confronti del governo e del sistema di potere creato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, è stato revocato il passaporto ed è stata informata dell’esistenza di un “divieto di viaggio” a suo carico, ma non sono stati dati ulteriori dettagli.

A Mahienour era già stato confiscato il passaporto dai servizi di sicurezza nel 2018 al suo ritorno da una conferenza sui diritti umani a Praga, ed è stata arrestata durante le proteste di settembre del 2019 e detenuta per il suo attivismo. È stata rilasciata nel luglio 2021. Da allora organizza proteste pacifiche, difende i prigionieri politici in tribunale e organizza eventi di solidarietà con le persone incarcerate per le loro opinioni politiche. Da sempre critica, in modo pubblico, con il governo egiziano e con il presidente al-Sisi, el Massry ha sempre denunciato arresti arbitrari di attivisti, giornalisti e semplici cittadini e si è sempre mostrata attiva nel chiedere la verità sulla vicenda che ha visto coinvolto lo studente Giulio Regeni. Di recente ha accusato il governo egiziano di voler organizzare la Conferenza Onu sul Clima, Cop27, prevista per novembre a Sharm el-Sheikh, come una mera operazione di greenwashing e di trarre vantaggio dalla guerra in Ucraina relativamente alle forniture di gas.

Ci sono oltre 80 avvocati attualmente detenuti in Egitto, incluso l’avvocato per i diritti umani Mohamed El-Baqer, arrestato nel settembre 2019 dopo aver partecipato a un’indagine sul suo amico, Alaa Abdelfattah. “Il travel ban è una misura arbitraria, applicata regolarmente nei confronti di ex prigionieri di coscienza cui viene impedito di recarsi all’estero per lavorare, studiare, ricevere premi o prendere parte a conferenze. È una sorta di punizione aggiuntiva, oltre al periodo di tempo già trascorso in carcere, che di fatto trasforma la ritrovata libertà in una sorta di arresto domiciliare, dove il domicilio è il proprio territorio statale” ha contestualizzato a InfoAfrica Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Il Premio Aurora viene assegnato ogni anno a una personalità che “ha avuto un impatto eccezionale sulla conservazione della vita umana e sul progresso delle cause umanitarie”. L’edizione 2022 è stata assegnata all’afghana Jamila Afghani, educatrice e difensora dei diritti umani, fondatrice della Noor educational and capacity development organization (Necdo). 

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