Continuano le proteste in Marocco, scontri e arresti in diverse città

di claudia

Violenti scontri sono scoppiati ieri sera in diverse città del Marocco dopo giorni di proteste contro le riforme nei settori della sanità e dell’istruzione. Lo riportano i media locali, mentre l’Agenzia France Presse (Afp) riferisce di non aver potuto verificare i video diffusi online che mostrano giovani incappucciati a Inezgane, nei pressi di Agadir, lanciare pietre contro la polizia, appiccare incendi vicino a un centro commerciale e danneggiare un ufficio postale.

Scene simili sono state segnalate anche a Ait Amira, nella regione di Agadir, a Beni Mellal e a Oujda, nel nord-est del Paese. Non è ancora chiaro se vi siano stati feriti.

Le manifestazioni, giunte al quarto giorno consecutivo, sono guidate da un collettivo giovanile chiamato “GenZ 212”, le cui figure fondatrici restano ignote. In un comunicato pubblicato ieri sera sulla propria pagina Facebook, il gruppo ha espresso “rammarico per gli atti di disordini o vandalismo che hanno colpito beni pubblici e privati”, invitando i partecipanti a mantenere un atteggiamento pacifico per non “minare la legittimità delle giuste rivendicazioni”.

Secondo l’Associazione marocchina dei diritti umani (Amdh), oltre 200 giovani sono stati arrestati negli ultimi tre giorni durante proteste a Rabat, in gran parte poi rilasciati. Nel frattempo, un avvocato ha dichiarato ad AFP che 37 persone saranno processate per la loro partecipazione alle manifestazioni: 34 compariranno in libertà provvisoria con l’avvio del procedimento previsto per il 7 ottobre, mentre tre rimarranno in detenzione.

La procura di Casablanca ha inoltre chiesto l’apertura di un’inchiesta su 18 persone accusate di aver ostacolato il traffico durante una protesta del fine settimana, sei delle quali minorenni deferite a un tribunale specializzato, come riportato dall’agenzia di stampa marocchina Map.

In un comunicato diffuso ieri, la coalizione di governo – composta da partiti di centrodestra e liberali – ha dichiarato di “ascoltare e comprendere le domande sociali” dei giovani, affermando di essere “pronta a rispondere in modo positivo e responsabile”.

Le proteste si inseriscono in un contesto di crescente malcontento popolare per le disuguaglianze sociali che colpiscono in particolare giovani e donne. Tra i fattori scatenanti dell’indignazione, anche i recenti casi di otto donne incinte decedute in un ospedale pubblico di Agadir.

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