In Ciad, il procuratore dell’Alta Corte di N’Djamena ha vietato a giornalisti e membri della società civile di recarsi nel villaggio di Mandakao, nel Logone Occidentale, per indagare sulle violenze intercomunitarie che hanno causato la morte di circa quaranta persone all’inizio di maggio e portato all’arresto del principale esponente dell’opposizione ciadiana, Succes Masra.
“Data la delicatezza” del caso, il procuratore Oumar Mahamat Kedelaye avverte che “qualsiasi altro approccio parallelo” all’indagine ufficiale in corso potrebbe esporre l’autore a un processo. L’Unione dei giornalisti ciadiani ha denunciato un grave attacco alla libertà di stampa e alla libertà di informazione.
Il comunicato stampa del Procuratore Generale di N’Djamena è arrivato dopo la pubblicazione del rapporto della missione conoscitiva sui fatti accaduti nel cantone di Mandakao da parte del Collettivo delle Associazioni per i Diritti Umani (Adh), a seguito di una visita sul campo, riferisce Rfi.
Contrariamente alla versione ufficiale, che parla di un massacro premeditato istigato dall’ex primo ministro Succes Masra, le testimonianze raccolte da residenti locali, funzionari amministrativi e persino parenti delle vittime sembrano orientare verso un classico conflitto tra agricoltori e pastori, che, secondo questo rapporto, si è intensificato, come spesso accade in Ciad.
Secondo il collettivo Adh, dal massacro di oltre 40 pastori all’inizio di maggio, circa 100 agricoltori sono stati arrestati e processati in relazione a questo caso, e 11 dei 12 villaggi agricoli del cantone di Mandakao sono stati attaccati e ufficialmente incendiati da banditi armati “non identificati”.