Cina, no a interventi stranieri nella regione

di claudia
Xue Bing

Un chiaro no a interventi stranieri nel Corno d’Africa, ma proseguire nella via cinese alla pace che passa per il sostegno allo sviluppo economico regionale. Questo in estrema sintesi il messaggio che l’inviato speciale cinese per il Corno d’Africa, Xue Bing, ha lanciato al termine della sua seconda visita (dalla sua nomina lo scorso luglio) nella regione.

Da metà settembre Xue ha visitato Eritrea, Gibuti e Sudan. Come evidenzia ieri, in un lungo articolo dedicato al viaggio nel Corno d’Africa, il South China Morning Post incontrando il presidente eritreo Isaias Afewerki, Xue ha sottolineato la disponibilità della Cina a contribuire agli sforzi regionali di risoluzione dei conflitti e al perseguimento di pace e partenariati sostenibili. Eritrea e Cina hanno convenuto che la cooperazione allo sviluppo deve essere perseguita nel quadro dei collegamenti regionali.

“L’Eritrea, una piccola nazione che è stata tagliata fuori dal resto del mondo per anni, si trova in un punto strategico negli sforzi di espansione commerciale della Belt and Road Initiative cinese a causa della sua vicinanza al Mar Rosso, al Canale di Suez e all’Europa” sottolinea il quotidiano cinese. Alla fine dell’anno scorso, Eritrea e Guinea-Bissau sono diventate le ultime nazioni africane ad aderire all’iniziativa multimiliardaria, che ha contribuito a costruire infrastrutture tra cui porti, autostrade, dighe idroelettriche e ferrovie in tutto il mondo. Xue ha anche visitato Gibuti, sede della prima base militare d’oltremare della Cina vicino allo stretto di Bab el-Mandeb tra il Golfo di Aden e il Mar Rosso.

Pechino ha investito molto nei porti e nelle zone di libero scambio del Paese. L’inviato cinese ha poi visitato il Sudan, dove Pechino ha vasti interessi nell’industria petrolifera del paese. Xue ha affermato che il Corno d’Africa è importante per la sua posizione strategica, evidenziando che proprio questa sua importanza lo rende soggetto a interventi stranieri. Ha sottolineato il rifiuto della Cina di ogni forma di intervento straniero nella regione e il suo sostegno all’integrazione economica e alla risoluzione delle differenze attraverso il dialogo.

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