Ciad: proteste del 20 ottobre, l’Onu chiede il rilascio di cinquecento detenuti

di claudia
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I servizi dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite riferiscono che almeno 500 persone sono state arrestate dopo le proteste del 20 ottobre nella capitale del Ciad, N’Djamena e in altre città del Paese. “Tutti coloro che sono stati arrestati per aver esercitato il loro diritto a un’assemblea pacifica devono essere rilasciati rapidamente”, ha detto la portavoce Ravina Shamdasani.  “L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, deplora l’uso letale della forza contro i manifestanti in diverse città del Ciad, comprese le uccisioni con proiettili veri”, ha aggiunto la portavoce durante una conferenza stampa a Ginevra.

Le Nazioni Unite hanno condannato l’uso mortale della forza contro i manifestanti e chiesto un’indagine imparziale, tempestiva ed efficace su eventuali violazioni dei diritti umani che potrebbero essere state commesse, compreso l’apparente uso di una forza non necessaria o sproporzionata per disperdere le proteste.

Le manifestazioni dell’opposizione contro la proroga della transizione e altre conclusioni del grande dialogo nazionale sono sfociate in violenze con un bilancio di una cinquantina di morti, 30 feriti e molti arresti.

Il presidente di transizione Mahamat Idriss Deby accusa gli organizzatori delle proteste di aver complottato per far scoppiare disordini. Kaka (così è soprannominato Deby Jr) ha persino accusato i gruppi politico-militari non firmatari degli accordi di Doha di orchestrare un’offensiva a seguito delle manifestazioni, in coordinamento con gli organizzatori.

“Sono responsabile del Ciad, dell’unità del suo popolo, della sicurezza di tutte le sue popolazioni, garante della nostra sovranità nazionale, non accetterò che la nazione sia divisa, il Paese frammentato e la nostra unità ipotecata – ha detto il presidente della transizione – . Userò tutti i mezzi legali a mia disposizione per prevenire questi progetti dannosi per il nostro Paese”.

Il partito Mur, alleato del partito di Deby, l’Mps, ha dal canto suo accusato i manifestanti di essere responsabili di atti di vandalismo.

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