Bracconaggio, lo Zambia va al contrattacco

di Enrico Casale
Rinoceronte

Bracconaggio, lo Zambia contrattacca. Ieri, domenica 30 luglio, le autorità forestali hanno arrestato, nel sud del Paese (al confine col Mozambico), tre cittadini cinesi e due zambiani in possesso di 32 kg di corni di rinoceronte. I cinque sono stati arrestati per «possesso illegale di 25 pezzi di corni di rinoceronte», ha detto Sakabilo Kalembwe, il portavoce del Dipartimento di fauna selvatica e parchi naturali. L’origine dei corni non è stata stabilita. Ma, secondo quanto riporta il sito www.africanews.com, il portavoce ha assicurato che in base alle sue informazioni i rinoceronti non sono stati uccisi di recente in Zambia.

L’azione contro i cinque arriva dopo l’arresto di un cinese di 24 anni avvenuto martedì scorso all’aeroporto di Johannesburg (Sudafrica). Il giovane era in possesso di una ventina di chili di corni di rinoceronte, arrivava da Lusaka, capitale dello Zambia, ed era diretto a Hong Kong.

Quarant’anni fa, lo Zambia poteva ancora contare 12mila rinoceronti, ma già nel 1988, a causa del bracconaggio, l’animale era scomparso dal Paese. Qualche decine di esemplari sono stati reintrodotti, portando il totale a poco meno del 50 unità protette in base alla convenzione internazionale sul commercio delle specie minacciate di estinzione.

Il bracconaggio, però, è tornato ad operare con particolare intensità spinto dalla forte richiesta di corni in Asia. In Cina e Vietnam, in particolare, si preparano medicinali tradizionali le cui virtù terapeutiche non sono però scientificamente provate. Un corno di rinoceronte, fatto di cheratina, costa fino a 5omila euro al chilo sul mercato nero. Una fortuna per popolazioni, come quelle africane, che spesso vivono con meno di dueeuro al giorno.

 

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.